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Ave Maria!
5 settembre 2014
"Com'è difficile correggere il fratello!"
"Mia piccola Maria, stasera la Santa Parola vi invita
alla correzione fraterna, ma com' è difficile correggere il
fratello! Gli uomini sanno vedere bene gli errori degli
altri e non sanno vedere i propri. Ma Io vi dico: "Ancor
prima bisogna correggere sé stessi. La prima correzione è
con sé stesso nell'ascolto della Santa Parola alla quale
amalgamarsi per cambiare comportamento, smussare gli errori,
seppur spesso le creature, pur ascoltando, si voltano
dietro, svincolano, giustificano i propri peccati,
continuando a vivere secondo i propri criteri, pur errati.
Come correggere l'altro che sbaglia e porta a voi anche la
sua conseguenza? Prima pregate lo Spirito Santo per avere
luce e forza, e pregate gli Angeli che vi preparino la via e
dispongano gli animi, e poi seguite le disposizioni del
Vangelo. Sia il vostro un incontro personale nella carità;
se non ascoltati, andate con dei testimoni e poi con
l'intera comunità. Se la persona non desiste dal suo male
voi, perché tale male non influenzi e non attecchisca su di
voi e sui vostri cari, affidateli a Dio, pregate per essa,
ma distaccatevene.
Come mai non c'è così ascolto alla correzione? L'uomo si
ricopre del suo pensiero, si nasconde persino a sé, e la
cecità lo riveste. Oppure, dato che è stato scoperto ed è
palese e smascherato il suo male, non si avvede per amor
proprio e per orgoglio: non accoglie la correzione e né
essere ritenuto colpevole per la brutta immagine che ne
potranno avere gli altri poiché manca l'umiltà. E questo è
il mio continuo invito: andate dalla Madonna, Lei vi ricopre
e vi educa nell' umiltà, dato che in questa fondamentale
virtù c'è una rivoluzione nella conversione e nel
cambiamento al bene. Chi è umile accetta la correzione ed
assume uno stato dell'animo che può, solo allora, acquisire
la luce e il discernimento del bene e del male; non accusa
l'altro per la condanna, ma lo riprende per la sua salvezza,
non lo critica e non lo ferisce per offenderlo, ma per
redimerlo nella carità. Ti benedico".
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11 settembre 2014
"Signore, tu sei esigente!"
"Mia piccola Maria, seppur il fuoco pare spento, Gesù
cova sotto la cenere. Tornerà ad ardere. Stasera il Vangelo
parla forte: "Amate i vostri nemici!". Amate i vostri
nemici! É l' impatto più duro con cui si scontra il
cristiano: "Signore, e come è possibile amare chi ci fa
soffrire, offrire la guancia a chi ci percuote, benedire chi
ci maledice, dare a chi ci prende e … senza richiedere in
cambio? Signore, tu sei esigente!".
Si, Figli miei, Io sono esigente. Ma prima ancora sono stato
esigente con Me stesso. L'amore che vi chiedo non è
possibile umanamente; Io vi chiedo un amore che va oltre,
che supera i limiti del giudizio, dei pareri umani, un amore
che va chiesto al Padre Santissimo nella preghiera: il suo,
che ve ne offrirà la capacità, ve ne darà la forza, che è
una grazia.
Io guardo però anche allo sforzo, al sacrificio, alla buona
volontà, all'impegno che avete messo, se all'odio non avete
risposto con l'odio, se alle malevoli parole avete cercato
il colloquio, se alle persecuzioni avete contraccambiato con
opere di carità. Sapeste quanti ne condurreste alla via del
bene, quante vite ricreate nella pace, guerre smorzate, odio
placato! E se voi mi direte che, pur cercando di attuare
quest'amore, il malvagio persiste e il nemico può nuocere ed
intaccarvi portandovi al loro male, voi e i vostri cari,
cosa fare? Allora allontanatevene, ma pregate per essi: la
preghiera è la prima e vera carità. Date a Me la persona e
la situazione: la preghiera spezza il filo dell'odio. E se
ancora mi direte: "Signore non possiamo allontanarci e il
suo male ci percuote senza posa, cosa fare?". Allora oltre
la preghiera fortificatevi maggiormente con l'Eucarestia,
nutritevi maggiormente con la Comunione e date a Me la
matassa intricata, avvolta di nodi e spine, ed Io, comunione
dopo comunione, la scioglierò! E se voi avete avuto
misericordia e pazienza, credete che il Signore non si
prenda cura e conduca tutto a salvezza? Ponetevi pure solo
alla mia ombra e, nel mio amore condiviso, sarà la vostra
protezione e tutela. Ti benedico".
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20 settembre 2014
"Figli miei, voi pensate che siete soli a lavorare la vigna,
e vi dimenticate di Me che lavoro con voi"
"Mia piccola Maria, non sentirti in colpa, liberati dai
sensi di colpa, così come ti ha detto il sacerdote. Io sono
con te. Il Vangelo vi chiama a lavorare nella vigna del
Signore. Tutti chiama, e non solo quelli alla vita
consacrata e sacerdotale, ma tutti i cristiani, tutti gli
uomini. Ad ognuno è offerto un compito, un orto, un podere,
o un continente da lavorare, a secondo della vocazione, del
progetto di Dio, dei talenti dati. Può essere il missionario
che deve varcare nazioni, monti o deserti, la suora nel
chiostro del convento o la madre di famiglia all'interno
delle mura domestiche, come la creatura sola che può porsi
al lavoro per il servizio del bene altrui. Ad ognuno Iddio
darà la giusta paga al servizio dato. Il Padre Santissimo
però paga nella misura dell'amore. Non guarda alla
magnificenza dell'opera, né ai successi conseguiti, ma al
sacrificio nell'amore vissuto, per cui un uomo di chiesa che
ha lavorato per la vigna del Signore, ottenendo buoni esiti
ma che non ha amato o amato poco, viene superato per il
Regno dei cieli da una sconosciuta madre nell'intento di un
nascosto ed operoso amore sacrificato nell'intimità di casa
nella crescita dei suoi figli. Iddio dà il salario e paga in
proporzione all'amore dato.
Voi vi direte: "Eh, Signore, e quando amare è difficile
perché il campo è arido, il terreno è duro: i frutti tardano
a venire, cosa fare?". Figli miei, voi pensate che siete
soli a lavorare la vigna, e vi dimenticate di Me che lavoro
con voi: Io offro la terra, il seme; Io sono la rugiada, la
pioggia e il sole, a voi l'opera; ma Io vi accompagno. Se
chiedete a Me, se state costantemente con le mani aperte, Io
le ricolmerò della mia misura traboccante; se avete il cuore
aperto e desideroso, Io lo istillerò e formerò riversandogli
tutto il mio amore: la vostra vigna si farà giardino per le
praterie dei Cieli ove il munifico Signore la moltiplicherà
settanta volte sette perché ne possiate godere delle sue
delizie. Ti benedico".
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27 settembre 2014
"Tutto è relativo e possibile al cambiamento sino a quando
siete sulla terra"
"Mia piccola Maria, non ti abbattere. Lo so che gli altri
attendono che tu affronti la tua battaglia con l'energia di
un adulto, e non comprendono che tu l'affronti con la paura
di un bambino, con le forze di un piccolo, e per questo
ancor più ti smarrisci. Io però doppiamente ti circondo e ti
avvolgo nel mio abbraccio. Stasera nel Vangelo vi viene
presentata la parabola dei due figli che il padre invita a
lavorare nella sua vigna. Il primo risponde con un rifiuto,
ma poi ha un ripensamento e si pone al lavoro operosamente.
Il secondo acconsente subito ma poi non se ne prende nessuna
cura. Chi dei due verrà giustificato? Chi avrà consolato e
assolto alla volontà paterna? Voi direte: il primo! Ed è
così, ma cosa ha cambiato il suo agire? Cosa lo ha condotto
all'ubbidienza? Ubbidisce chi ama: è l'amore! Egli dopo il
rifiuto rimedita allo sguardo addolorato del padre alla sua
risposta negativa, pensa ai suoi sentimenti feriti, ai
benefici e alla cura di cui da lui ha sempre beneficiato
nell'amore, e ritorna grato.
L'altro risponde con un consenso dato con superficialità,
più per rispetto alle convenienze, alla buona parvenza di
sé, ma non ha attrattiva alla gratitudine, non ama. Per
questa ragione vi dico: abbiate sempre speranza, pregate,
non criticate per condannare se l' altro sta errando, poiché
non potete sapere se le vicissitudini della vita, le prove,
gli incontri possono cambiare il suo cuore e da ingiusto
farsi retto, mentre quanti nella parvenza di brave persone,
che pur frequentando la chiesa, hanno l'animo oscuro: non
hanno compassione e non danno aiuto ai dolori altrui. Ce ne
sono invece molti altri che, pur essendo buoni, giusti,
retti, e sempre per le vicende della vita, le tentazioni,
gli incontri, possono mutare la loro bontà in malvagità.
Tutto è relativo e possibile al cambiamento sino a quando
siete sulla terra. Non stancatevi quindi; perseverate nel
guardare fisso lo sguardo del Padre Celeste, il suo Sguardo
amorevole che vi perdona le miserie, le cadute,ed è sempre
pronto a riaccogliervi. Seguendolo vi darà forza e amore per
adempiere al lavoro della sua vigna, l'opera più degna e
bella a compiersi, che dà valore alla vostra esistenza. Ti
benedico". |
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