|
Ave Maria!
1 marzo 2014
"Signore, e quando i Paesi sono nell'indigenza e muoiono di
fame?...".
Figli, non è Iddio che impoverisce;
Egli dona la Provvidenza e la materia prima per tutti"
"Mia piccola Maria, le tue preghiere sono già esaudite;
Io sto operando per formare e volgere gli avvenimenti al
loro compimento. Stasera il vangelo scandisce: "Non si
possono servire due padroni; o si amerà l'uno e si odierà
l'altro, o si seguirà uno e si rifiuterà l'altro. Non si
possono unire ad un'unica sostanza due nature diverse e
contrapposte: l'una prevaricherà, distruggerà l'altra. Gli
uomini però sono riusciti a trovare una terza via. Una parte
delle genti segue il male assoluto, e il male è tenebra che
copre, con la sua oscurità, portando la sua distruzione. La
moltitudine delle genti vuole e segue sia un po' di bene, ma
non rinuncia ai propri interessi, e cosa non compie nel
peccato per ottenerli!... Tale male compiuto ricopre,
annulla, fa perdere valore al bene fatto.
Una parte ricerca il bene assoluto. Ed esso ha il potere di
lavare gli errori passati, e non può che divenire un bene
che evolve e cresce nell'amore, portando la sua costruzione.
Come seguire il Padrone che conduce al bene? É con la fede
nel Padre Celeste, la fede al suo amore per voi, la ricerca
di una rapporto con la sua Persona: l'affidamento della
vostra vita nelle sue mani, è seguire il suo insegnamento,
vivere la rettitudine; come dice il vangelo: "Cercate
anzitutto il Regno di Dio e la sua Giustizia, e il resto vi
verrà dato in aggiunta. Iddio, nella sua benedizione,
sfamerà, moltiplicandolo, ad ogni giustizia, il pane sulle
mense.
Se vedeste come la moltitudine si affanna e si agita nel
possedere le cose! Non è bastante il necessario alla vita,
ma ricerca l'abbondanza del superfluo; e cosa non commette
per averlo! Si preoccupano del lusso di molti abiti, di cibi
raffinati e succulenti, del bene stare. L'Italia che è
pervasa e percorsa da questa crisi, che non è solo economica
ma morale, si allarma, e molti si disperano. Ma se fosse un
popolo autenticamente cristiano, rivolgerebbe il cuore al
Padre suo nei Cieli, pregando e ponendosi a conversione
secondo i suoi Dettami, offrendo nelle sue mani la direzione
di tale Paese. L'Eterno, con il suo Soffio, allontanerebbe
la caligine spessa del nemico, che ottenebra le menti,
sbrogliandone i nodi della corruzione intessuta dal padrone
cattivo. La sua benedizione su di voi donerebbe pane,
lavoro, ed ogni cosa necessaria.
Non affannatevi per il futuro! A quanti si sono adoperati,
nell'angoscia, per il domani, Io vi dico: "A cosa è servita
tale preoccupazione?". Molti di essi non sono giunti al
tramonto del loro giorno e né all'attesa di un altro: non
siete i detentori del tempo. Vivete l'oggi: il Padre
Santissimo è il Dio di un presente senza fine. Lodatelo per
quello che avete vissuto nel giorno trascorso e affidategli
il domani che Egli forma e crea per voi. Voi mi direte:
"Signore, e quando i Paesi sono nell'indigenza e muoiono di
fame?...". Figli, non è Iddio che impoverisce; Egli dona la
Provvidenza e la materia prima per tutti. É l'uomo che
defrauda il fratello per arricchire ed avere potere. Se le
terre rimangono aride, i pozzi secchi, la vita sfugge agli
innocenti, i corpi vagano denutriti, soprattutto in Africa,
è perché spesso c'è un popolo che non ha fede in Me e
ricerca nell'idolatria, nel culto che appartiene al mio
nemico, l' appagamento alla loro necessità e alla loro
risposta; ed egli in cambio sparge la sua distruzione.
Tornino a Me! Ti benedico".
▲
4 marzo 2014
"Anime mie, seguire Cristo non è perdita ma vantaggio:
seguire Me non è sconfitta ma vittoria"
"Mia piccola Maria, tuo padre è gioioso per questa Santa
Messa: una pioggia di Grazia è discesa su di lui. É a buon
punto nel suo cammino e, pur nella sua purificazione, è
nella gioia. Mando il tuo Angelo per il tuo saluto e il tuo
messaggio. Sappi che potete mandare i vostri Angeli Custodi
a dare il vostro sostegno, il vostro abbraccio, le vostre
parole.
"Che me ne viene?... Che me ne viene a seguire Gesù
Cristo?". Quanti cristiani lo ripetono! Simile domanda
stasera nel vangelo mi pone San Pietro: "Cosa ce ne viene in
cambio a noi che abbiamo lasciato per Te: case, beni,
affetti, ecc…?". Ed Io rispondo: "Chi lascia tutto per Me:
casa, lavoro, beni, affetti, ecc…. riceve il centuplo già
qui da questa terra, insieme a persecuzioni, e la vita
eterna".
Cosa ve ne viene, figli miei!?... L'Alleanza, l'amicizia con
il Padre Celeste, l'effluvio della sua Grazia che vi
santifica, il suo sostegno, il suo soccorso, che vi segue
per l'esistenza sino ad aprirvi la porta alla gloria del
Regno. Seguirmi significa anche la Croce: significa
persecuzione; e quanti cristiani, alla prima difficoltà, al
primo contrasto, abbandonano, mi rifiutano e rinnegano.
Anime mie, seguire Cristo non è perdita ma vantaggio:
seguire Me non è sconfitta ma vittoria. Le stesse
persecuzioni, i dolori subiti e offerti, il frutto del loro
bene è superiore alla loro pena, è maggiore nel valore che
se ne ottiene nella Grazia su di voi, sulla famiglia, e che
si sparge ai fratelli, è il bene che nella vostra
purificazione maggiora e rende migliore l'umanità.
Riceverete l'amore di Dio che, al suo abbraccio, dona la
pace e la vera gioia nel cuore, pur foste nel dolore.
Seguitemi! Le orme dei miei piedi stampano, nel cammino,
gemme preziose; venendomi dietro, le raccoglierete; vi
costerà fatica piegarvi, ma alla fine del percorso avrete la
grande scoperta, aperta la porta del Regno, … lo stupore!...
Ecco, il tesoro, fattosi completo, irradia la sua piena
luce, che nella sua meraviglia, godrete per l'infinito. Ti
benedico".
▲
5 marzo 2014
"Non cercate il plauso degli uomini, il loro beneplacito;
non ambite di voler essere stimati bravi, giusti, buoni per
essi"
"Mia piccola Maria, ti sono molto vicino. Oggi inizia la
Quaresima, tempo di purificazione, segno del percorso della
vostra esistenza che, nella sua continua conversione, porta
alla Risurrezione. Per giungervi dovete liberarvi dalle
scorie del peccato, dal sudiciume del male, per essere anime
pure e radiose, che possono vivere la Pasqua.
Le Ceneri vi ricordano la vostra caducità, che ha bisogno di
trasformazione, che cambia e si eleva solo per mezzo di Dio
che vi offre i tre mezzi di cui parla stasera il vangelo: la
preghiera che deve farsi più intensa, a tu per tu con il
vostro Padre Celeste e in unione con i fratelli; la carità,
che è amore che lava una moltitudine di peccati; il digiuno
che è offerta nel cambiamento, dono della rinuncia che si fa
prezioso. Per far sì però che questi mezzi siano una
primizia da offrire al Padre Santissimo siano vissuti
nell'umiltà, nel nascondimento, perché sia pura,
incontaminata dalla vanità del mondo, incorrotta dal suo
vuoto, mantenuta sacra, intatta, degna del suo dono. Non
cercate quindi il plauso degli uomini, il loro beneplacito;
non ambite di voler essere stimati bravi, giusti, buoni per
essi; fatelo per amore di Dio e a favore dei fratelli. Non
guardatevi intorno, cercandone l'applauso.
Se vivrete ciò, la vostra via di purificazione non sarà
lunga o tortuosa: voi sarete, già in questo mondo, una luce
risorta. La vostra preghiera, la vostra carità, la vostra
mortificazione si fanno soccorso: la mano che aiuta l'altro
perché giunga a vivere anch'egli la sua Pasqua. Ti
benedico".
▲
8 marzo 2014
"Nel vangelo di stasera Io entro nel deserto per affrontare
la mia grande battaglia
con colui che è il nemico di Dio e
degli uomini di tutti i tempi"
"Mia piccola Maria, l'importante è che tu abbia avuto, con
l'assoluzione, il perdono dei tuoi peccati. Credi che la tua
preghiera è invece preziosa ed utile, e giunge su tuo
figlio, pur nella sua situazione, a portare soccorso e
benedirlo. Iddio non è, come dice il sacerdote da cui ti sei
recata in confessione: colui che vive ed agisce solo in
funzione della vita eterna, del suo futuro. Iddio è Padre,
ed opera nel presente, entrando nel vissuto della realtà
umana, potando il suo sostegno, la sua azione, la
conversione. Egli si occupa anche di ciò di cui oggi ha
bisogno l'uomo.
Ecco, nel vangelo di stasera Io entro nel deserto per
affrontare la mia grande battaglia con colui che è il nemico
di Dio e degli uomini di tutti i tempi. Sottopongo la mia
umanità, accogliendo il gelo, la fame, le tentazioni, la
solitudine, gli attacchi terribili del demonio, e ne ho
vittoria nella mia risposta nell'obbedienza; mi sottopongo
all'estrema ed estenuante lotta con lui, e vinco
nell'obbedienza al Padre. Ho lottato per voi, per far sì
che, per i meriti di questa vittoria voi, nei tempi di prova
e di attacchi da parte del nemico, ne siate vittoriosi.
Chiedete per i meriti del mio dolore sofferto, dolore che è
amore: unitevi la vostra orazione ed offerta, ed Io agisco,
lavoro nelle coscienze, smuovo i cuori, preparo gli eventi
per condurre tutto a liberazione, guarigione e conversione.
La vostra preghiera e offerta porta al cambiamento.
Quando siete dinanzi a situazioni senza uscita, quando i
vostri figli vi fanno soffrire e non ascoltano, e tutto
sembra irremovibile, fermo, immutabile nel suo male, voi
perseverate nella preghiera: è condizione simile al ferro
rigido, duro, che non si plasma; voi, nella vostra
intercessione, date a Me: in questo modo l'immergete nel mio
Fuoco divino, e vi fate, con le vostre lacrime e le vostre
preci, martelli che continuano a battere sopra il ferro che,
nel tempo si piega, si modella, e prende forma; e il ferro
che prima poteva solo colpire diviene utensile utile per il
bene comune. Chiedete non perché a ciò che viene chiesto è
pretenzioso il suo avere, ma perché se ciò che chiedete è
cosa buona e santa, da Padre, come non poter accogliere?
Persistete! La porta prima o poi si apre. Pregate ed offrite
per i miei meriti, per la mia sofferenza, per la vittoria
nel deserto contro il demonio… A quanti giungerà la
liberazione! Ti benedico".
▲
12 marzo 2014
"Quanto fariseismo nella Chiesa! Molti, anche nelle
parrocchie, ad un posto dato,
invece di un servizio, lo
valutano e lo vivono come un podio"
"Mia piccola Maria, non rammaricartene! Certi rigorismi a
formalità nella Chiesa non mi appartengono, non sono miei.
Accettane la mortificazione; una mortificazione accolta che
deriva dall'incomprensione, dall'ingiustizia, ha molto
valore: scardina l'anima sino alle viscere, e la fa
crescere. Quanto è duro però accettarla! In questo tempo di
quaresima in cui vi è più richiesta un'intensità maggiore
nella preghiera, nella carità e nella penitenza, Io vi dico
che è più facile accogliere una penitenza fisica, una
rinuncia corporale, che una mortificazione morale e
spirituale, poiché essa dà dolore all'anima, dà confronto,
evidenzia la vostra povera realtà ma, se offerta, v'innalza
nello spirito.
Quante anime, in questo periodo, offrono le loro orazioni,
danno i loro oboli e fioretti, ma non cambiano il cuore, non
si pongono a conversione: rimangono trincerati nelle loro
idee; ritengono di avere sempre ragione, impongono il loro
modo di vedere nel quale restringono Dio stesso e lo
impongono agli altri; non si mettono in discussione, non
hanno capacità d'ascolto e il loro cuore rimane duro. A
parole dichiarano di essere peccatori, ma nel loro intimo si
ritengono dei grandi giusti!
Quanto fariseismo nella Chiesa! Molti, anche nelle
parrocchie, ad un posto dato, invece di un servizio, lo
valutano e lo vivono come un podio; invece di mettersi il
grembiule detengono un autoritarismo sui fedeli, e credono
poi di aver offerto un servizio a Dio. Chiusi nei loro
ragionamenti, nelle angustezze del loro pensiero, non
cambiano, mentre il Padre Celeste è Colui che apre le
braccia, le dilata, abbraccia, e continuamente arricchisce
della sua Sapienza. Chi si converte? Chi si fa povero, chi
comprende i propri limiti, chi sa ascoltare, è umile, non
porta il discorso sempre su sé stesso e non dà rilievo alla
sua persona.
Ninive stasera, nella Santa Parola, si pone in umiltà, si
ricopre di cenere e fa penitenza: riconosce il proprio
peccato, chiede a Dio il suo perdono, cambia la sua condotta
nella prospettiva non propria ma del Creatore. E cos'è il
segno di Giona nel vangelo? É vivere, accogliendo la
mortificazione di un'offerta che passa nel buio del ventre
della balena, attraverso la prova, la solitudine,
l'ingiustizia, le crisi e i dubbi di fede, l'incomprensione,
ecc… , ma nell'attesa di una speranza, che è certezza, della
sua risurrezione. É questo passaggio che vi pone nell'opera
di cambiamento che vi fa risorgere. L'offerta di tale
avvilimento è mortificazione che, mediante la preghiera, la
carità, la penitenza, deve essere e divenire un dono. Ha
valore nell'amore dato. L'amore vale più di mille sacrifici.
É dal cuore che nasce il cuore, è dall'amore la capacità di
far amare; è dalla ricerca del vero, dell'onestà di
coscienza che nasce l'autentica conversione. Ti benedico".
▲
15 marzo 2014
"E come avere più fede e non essere smarriti?
Il vangelo
stasera vi risponde nella mia Trasfigurazione"
"Mia piccola Maria, Io sono in te e tu sei in Me. Ti sono
accanto nonostante la tua poca fede e il tuo smarrimento. E
come avere più fede e non essere smarriti? Il vangelo
stasera vi risponde nella mia Trasfigurazione: nella
contemplazione, nell'adorazione di Dio, nell' incontro e
nella fusione con Lui voi venite arricchiti nella fede.
Nello smarrimento vi viene data la luce che è certezza della
via da seguire, la capacità di amare. E come poter venire a
questo incontro? La prima lettura vi insegna: il Padre
Santissimo chiama Abramo: "Abramo, Abramo lascia la tua
terra!". E Abramo abbandona tutto per seguire il cammino che
lo conduce al paese promesso da Dio. Lasciate la vostra
terra, il vostro mondo, i vostri schemi! Lasciate il vostro
io per abbandonarvi alla Volontà divina e seguire la via
della meta che Egli ha tracciato per voi, per mettervi in
cammino, in un'ascesa al monte dello Spirito che aiuta ad
elevarvi dalla vostra povera umanità, liberandovi, nella
fatica, nel sacrificio che costa la salita dalle vostre
zavorre, dai vostri pesi e impedimenti nel male che
impediscono il mio incontro. In questo percorso di
purificazione e di elevazione voi vi rendete liberi,
scevrati, svuotati di voi stessi, resi atti alla visione del
godimento della bellezza dell'Eterno.
É qui che, giunti a questo incontro con Me, vostro Signore,
nella mia Trasfigurazione vi rendo trasfigurati delle mie
doti: vi dono fede, vigore, forza, certezza, energia,
entusiasmo perché, ritemprati e rinvigoriti come soldati
armati e provvisti, possiate ridiscendere dal monte per
andare nel mondo, difesi dalle armi mie, pronti alle
battaglie che vi faranno gli uomini e gli attacchi del
nemico. Senza di Me non potete nulla, ma con Me,
trasfigurati dalla mia Luce, che acceca le tenebre del male,
non c'è che la vittoria. E come dico nel vangelo di stasera
agli Apostoli timorosi e smarristi: "Alzatevi e non
temete!". Ti benedico".
▲
19 marzo 2014
"Consacratevi al Cuore buono e santo di Giuseppe!
Affidate
voi stessi, la crescita dei vostri figli, le vostre
famiglie, le vostre parrocchie"
"Mia piccola Maria, San Giuseppe ti è vicino e ti ama. Oggi
la Chiesa volge il suo sguardo a San Giuseppe, al mio forte
e tenerissimo Padre. Egli porta in sé l'impronta, lo stampo
trasmesso dalla Paternità di Dio e ne fa le veci nella sua
paternità umana, espressa e vissuta con Me, il Figlio
dell'Altissimo. "Ti ho costituito Padre di molti popoli",
dice la seconda lettura, non soltanto riferito ad Abramo, ma
propria anche su San Giuseppe che, per la Grazia e i meriti
partecipati nella sua Paternità, ha ricevuto e si è
accreditata la potenzialità di una paternità universale,
diffusa e maggiorata, che ha autorità e grazie di bene su
tutta l'umanità. Egli è Padre delle creature, Padre sulla
Chiesa, sul Sacerdozio come nelle famiglie, ecc… Giuseppe è
il tutore di voi, di cui si prende cura e mai vi abbandona.
Tale universale e nobile paternità è stata ricevuta, ma
anche ottenuta per le virtù, per le qualità eccelse di Lui,
che manifesta in Sé e trasmette gli attributi
dell'autorevolezza amorosa del Padre Celeste. Per
l'obbedienza vissuta Egli è l'obbediente che si abbandona
totalmente alla volontà divina: pur dinanzi al mistero, alle
situazioni inesplicabili, alle difficoltà che sembrano senza
via d'uscita, si affida completamente al Signore Iddio.
Giuseppe è il castissimo nell'intera persona da sempre che,
per ispirazione dello Spirito Santo, si consacra per essere
sua appartenenza totale, e che prosegue, con il medesimo
consenso della sua Sposa per la vita. Giuseppe è il fedele,
l'umile, il giusto, poiché adempie a tutta la Sacra Legge,
irrorandola di una straordinaria carità e una profonda
misericordia; nessuno, chiedendo a Lui soccorso, tornò senza
il suo aiuto. Virtù che qualificano un uomo forte, virile, e
non la debolezza di un povero anziano, intessuto però di una
grande sensibilità e tenerezza, manifestata nella generosità
del cuore e nell'amorevole cura, nel rispetto degli altrui
sentimenti.
Giuseppe è come una pianta vigorosa, possente, simile ad una
quercia secolare, che affonda nelle viscere della sostanza
della natura di Dio e ne assorbe le proprietà: che esprime
nella sua florida e ridente fioritura, che incanta nel suo
splendore e nel copioso e abbondante frutto sì da far
piegare i suoi rami in modo che sia più facile la raccolta
per i figli. Giuseppe è la mano solida, robusta, autorevole,
che non trema, non tentenna, indica la via, insegna, ma non
cambia sentiero; ma è pure la mano che avvolge le spalle e
vi sostiene, la mano che vi accarezza per darvi la sua
consolazione.
Andate a Lui, ponetevi sotto l'ombra della sua pianta, e ne
riceverete il nutrimento e la protezione. Stringendogli la
mano, vi prenderà l'onore di essere tutore nella vita e
persino a ciò che vi è caro: non permetterà che vi perdiate,
e maggiorerà il vostro bene per la vita eterna.
Consacratevi al Cuore buono e santo di Giuseppe! Affidate
voi stessi, la crescita dei vostri figli, le vostre
famiglie, le vostre parrocchie, il sacerdozio, il lavoro, la
malattia e la morte. San Giuseppe ne ha la facoltà. Iddio si
fida così tanto di Lui da avergli affidato i suoi Beni più
preziosi, da avere molto potere ed ascendente sul suo Cuore.
Partecipando della sua Paternità santa, affidandosi a
Giuseppe, Egli v'innalza, dalla sua umana, per volgervi alla
Paternità suprema dell'Altissimo: a riceverla, ad amarla, a
servirla. In Giuseppe rivivrete e scoprirete la bontà
infinita del Padre dei Cieli. Ti benedico".
▲
23 marzo 2014
"Abbeveratevi di queste Gocce che si fanno, una unita
all'altra,
non solo sorgente, ma fiumi di Grazia"
"Mia piccola Maria, ti sei trovata bene… ne hai trovato uno
buono? Sì, essere cristiani è difficile, se vogliamo fare da
soli, se ci si pone in prima persona, ma se ci si abbandona
a Dio, tutto diviene lieve e semplice. Ciò è simile ad una
sorgente nativa il cui passaggio è ostruito da un masso: a
fatica ne passano pochi rivoli d'acqua ma, tolto il masso
del proprio io, l'acqua torna a fluire e a scorrere
velocemente.
Stasera il vangelo vi presenta il mio incontro con la
Samaritana. Io l'attendevo al pozzo e, giuntavi, le chiesi:
"Dammi da bere!", in modo che, da un atto di carità, Io
trovi lo spunto per condurla, da uno stadio di vita naturale
ed istintiva ad un altro che si eleva nello Spirito: da
un'acqua creata, dalla sete umana, all'approfondimento della
conoscenza di un'acqua mistica, che è l'acqua della mia
Grazia. Così come il corpo umano: un organismo non può
vivere senza bere e, in poco tempo senza acqua, muore;
ugualmente le piante, se non ne ricevono, avvizziscono e si
fanno sterili, i terreni non danno raccolto e divengono un
deserto; lo stesso l'anima, se non si abbevera dell'acqua
della Grazia, si fa agonizzante fino a perire.
Come ricevere quest'acqua salutare? Vivendo il mio Vangelo,
nei Sacramenti, nella Comunione partecipata alla mia
Persona. "Dammi da bere!", chiesi alla Samaritana, ma lo
chiedo anche a voi. Anch'Io ho sete, ho sete d'amore: sono
l'arsura dell'amore che si disseta e si placa nel vostro; e
nel darmi quest'intimità affettiva Io vi travaso il mio in
un comunione scambievole che vi arricchisce dei tesori della
mia Grazia, che è acqua viva che sgorga in Me e fa rinascere
a vita nuova, sopranaturale. La Samaritana attendeva questa
vita ricreata dal Messia, dal Cristo atteso, ed Io le
dichiarai: "Sono Io, Colui che ti parla!".
Dico a voi: "Avete questa sete? Volete bere? Desiderate,
volete di quest'Acqua viva? Sono ancora Io il Signore che
adesso parlo a voi. Abbeveratevi di queste Gocce che si
fanno, una unita all'altra, non solo sorgente, ma fiumi di
Grazia che, nella mia ulteriore conoscenza, vi conducono
alla mia intimità, ad amarmi, per attingere a piene mani di
quello Spirito e Sapienza che vi aiuta a santificarvi.
Io mi rapportavo con la Samaritana in modo diretto, a tu per
tu, semplicemente: non venivo a condannarla ma a richiamarla
a verità. Sempre mi trovavo in rapporto con le donne,
similitudine alla mia natura; il colloquio era in linea con
il mio Cuore, dato che esse agivano e vivevano nell'intento
e finalizzate al cuore: più aperte alla disponibilità, alla
misericordia, al dono, a dare vita. Le donne mi sono più
complementari a differenza dell'uomo con cui il rapporto era
ed è spesso ostacolato e duro poiché infrange nelle vedute
della ragione e dell'orgoglio.
Per mezzo di questa apertura dello spirito Io posso entrare
ed operare, anche se richiesi alla Samaritana una revisione
della propria vita, che si disponesse alla Volontà divina,
che è ciò che è bene. Fatelo! Allora si apriranno, da pur
una fessura, il passaggio non solo di Gocce di acqua viva,
ma scorreranno correnti di acque ricche ed impetuose della
mia Grazia che conducono a santificazione. Ti benedico".
▲
24 marzo 2014
"Se nella Madonna questo processo dell'Incarnazione è
avvenuto in pochi secondi…
per gli uomini questo processo è
più lungo"
"Mia piccola Maria, tuo padre si è fatto prossimo alla porta
del Paradiso e già contempla e ne intravede la luce di Dio.
Stasera, alla sua vigilia, voi celebrate l'Annunciazione del
Signore, l'Annuncio di Gabriele a Maria. Ecco, la storia e
il tempo rimasero per alcuni istanti come sospesi ad un
filo, nel silenzio e nell'attesa della risposta di una
Fanciulla, una Fanciulla Vergine, pura, umile, nascosta al
mondo, ma di una straordinaria bellezza celestiale di cui
l'esterno, nelle sue fattezze, ne riflette lo splendore e a
cui lo sguardo del Padre si compiace e glorifica. A
quell'Annuncio Maria rimane piena di stupore, sconcertata:
conosceva le Sacre Scritture, la profezia di Isaia: "la
Vergine concepirà un Figlio, che si chiamerà Emanuele", e
diceva tra Sé: "Chi sarà mai questa mirabile Creatura?", non
pensando mai a Lei, riconoscendosi che fosse tale creatura.
Offre però il suo Sì, offre la sua disponibilità poiché,
abbandonata alla Volontà di Dio, divenisse strumento nelle
sue mani per la salvezza degli uomini.
Al suo consenso Maria dona una nuova creazione nella Nascita
del Redentore. Lo Spirito di Dio entra in Lei e ne riceve le
Carni sue. Ma la Madre Santissima non si ritiene detentrice
nemmeno della sua Maternità, offrendosi a suo servizio:
rimane Maria come un'infante, nella sua gestazione: piccola
Bimba a sua volta immersa nel Grembo, nelle Acque creative
dell'Onnipotente, per far sì che Iddio, attraverso di Lei,
potesse continuamente creare e trasmettere vita, per gestire
le creature e portarle alla Grazia. Ella ricopre e cura la
sua Maternità come uno scrigno prezioso da conservare, come
primizia celestiale all'unico sguardo geloso del Padre
Santissimo, lasciando a Lui quando e come lo voglia svelare.
Come poter vivere voi il vostro annuncio in Dio ed
incarnarlo? Facendovi simili alla Madre Santissima: vergini
nell'animo, casti nel corpo, poveri, umili, nascosti alle
borie del mondo. In questo stato acquisito Gesù, Io vostro
Signore, vengo ad abitare nel vostro cuore. Dovrete poi non
ritenervi detentori dei doni di Dio, ma porli a suo
servizio.
Se nella Madonna questo processo dell'Incarnazione è
avvenuto in pochi secondi e poi mantenuto perennemente, dato
che Lei è sempre, e tutt'ora, gravida nello Spirito Santo,
per gli uomini questo processo è più lungo: a volte dura
l'acquisizione dell'intera vita; altre volte continua nel
Purgatorio, dato che, se non è avvenuta la fusione con la
divinità non c'è nascita al Regno dei Cieli. E due sono i
segreti per attuarla: unirsi alla Madonna, prendendola per
Madre e assimilarsi al suo Cuore, e farvi bambini, creature
che, pur nati al mondo e fattisi adulti, devono vivere il
processo inverso di un'infanzia nell'anima: farsi piccoli
feti che si lasciano immergere nel Grembo della Madre, che
vi formerà a nascere per il Cielo. Diverrete e sarete parte
di Me: mia Carne, mio Sangue, mia Anima, Mente e Cuore, mio
Spirito. Ti benedico".
▲
28 marzo 2014
"Nell'Amore di Dio è la felicità. Quando l' uomo è felice?
Quando ama!"
"Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo mi si accostano e mi
chiedono: "Signore, qual' è il primo dei Comandamenti?". Ed
Io rispondo: "Il primo e il più grande è: amerai il Signore
Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le
tue forze. Il secondo è simile al primo: amerai il tuo
prossimo come te stesso". Nell'Amore di Dio è la felicità!
Quando l' uomo è felice? Quando ama! Allora l'esistenza
nelle sue varie realtà prende senso, si arricchisce della
bellezza e dei suoi colori, diviene come un motore, che si
accende nell' entusiasmo. L'amore di Dio ne è la
completezza, il fulcro, l'essenza.
Dio è Amore. Come poterlo ricevere? Dipende dalla vostra
disposizione, dal vostro desiderio, dall' ascolto: "Ascolta
Israele, Ascolta!", ed è un ascolto che deve integrare tutto
l'essere: il cuore, la mente, le mani. Più ci si pone in
questo atteggiamento, più si vive accanto al Signore e lo si
desidera, tanto più Egli ve lo offre e ve lo travasa in
abbondanza. Simile ad una corrente di energia che trapassa
la persona e ne permea la mente, al cui pensiero da luce
nella verità, ne colma il cuore nei suoi sentimenti e lo
accende nell'ardore, perché ne corrisponda a lui nella sua
comunione, nella partecipazione e misericordia ai fratelli.
Ne dà forza all'agire perché ne dia concretezza nel suo
dono.
La seconda disposizione è riconoscere nel Signore il suo
unico Dio, che è viverne la priorità, liberandosi
dall'idolatria del proprio io, che ricerca gli altri idoli
nel mondo in funzione sempre di sé stesso. É una corsa alla
felicità per compensare quel vortice di vuoto che affama,
cercando nei suoi idoli, che non appagano e non saziano.
Nell'amore di Dio, l'uomo si realizza e da motivazione e
compimento alla sua vita; anche nel suo dolore la pena è
conglobalizzata, sublimata nell'amore, da divenire unità,
l'unica essenza che si fa offerta: ove il sacrificio, ove
l'olocausto, dato che nel dono esso si fa gioia. Ti
benedico".
▲
29 marzo 2014
"Quando l'umanità mi accoglierà come suo Cristo Signore,
nella mia luce diffusa nei cuori, si vivrà il bene, la
giustizia e la verità sull'intera terra"
"Mia piccola Maria, si che voglio, si che voglio sanare
queste creature. Guardo la terra e la vedo ricoperta e
permeata di oscurità, pur illuminata dal pieno giorno. Le
moltitudini delle genti vivono pervase e occupate nelle
tenebre dello spirito, perché non accolgono, non riconoscono
Me, Cristo Signore, luce del Mondo. Non riescono a vedermi,
dato che i loro occhi sono ostruiti dalle cataratte dei loro
peccati, accecati e chiusi dalla corruzione del loro
comportamento; non filtra la mia luce, anche dinanzi a
prodigi e segni divini. Quando solo si riconosce il proprio
peccato e ci si va a lavare nella piscina del proprio
pentimento, nel lavacro della Confessione, liberati da tali
massi che impediscono di riconoscermi, la mia luce passa e
porta chiarore alla vista dell'anima. Il Mondo dà visibilità
all'esteriorità, Io nell'interiorità do luce allo Spirito.
Samuele nella Santa Parola di stasera vaglia i figli di
Jesse alla ricerca dell'Unto di Dio, e lo ritrova nel più
piccolo e dimenticato di essi, non tenuto nemmeno di conto,
che sarà il futuro re: in Davide. L'Eterno gli dichiara:
"Gli uomini guardano all'apparenza, Iddio guarda al cuore".
É nel cuore la vostra luce! E per mantenerla, per
irradiarla, così come vi indica San Paolo, dovete ricercare
di vivere ciò che a Dio compiace: il bene, la giustizia, la
verità! Virtù che sono i falò che illuminano e portano di Me
immagine e significato.
Nel Vangelo risano un cieco dalla nascita, conosciuto da
tutti per essere tale, dato che, dalla sua più giovane età,
era dedito a chiedere la carità tra la gente; eppure gli
uomini, pur dinnanzi al prodigio del recupero della vista,
lo combattono, lo ostruiscono, lo cacciano. Non possono
accreditare a guarigione miracolosa, poiché dovrebbero
riconoscere in esso anche Colui che l' ha compiuta come
Inviato di Dio: riconoscere in questo evento il suo Dito
divino che opera in Me e, riconoscendolo, dovrebbero anche
accogliervi il messaggio che porto e che richiede il suo
cambiamento.
Io vado incontro a questo mio povero figlio per dargli,
oltre la vista degli occhi, la luce della Fede: "Credi tu
nel Figlio dell'uomo?", ed egli mi risponde: "Si credo,
Signore!", e si prostra dinanzi a Me, adorandomi
riconoscente.
Dico a voi: "Credete che Io sono il Signore?". Allora
ponetevi prostrandovi nell'adorazione e nel servizio, e
riceverete, conserverete e sarete diffusori della mia luce.
Quando l' umanità mi accoglierà come suo Cristo Signore,
nella mia luce diffusa nei cuori, si vivrà il bene, la
giustizia e la verità sull'intera terra. Ti benedico". |
|