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Ave Maria!
4 dicembre 2013
"Guardo il mondo e ne ho compassione:
vedo il digiuno dello spirito che vive denutrito dell'amore
di Dio"
"Mia piccola Maria, la via della guarigione è aperta,
nell'attesa non smarrirti; rimani unita a Me nell'Eucaristia
e nella preghiera. …"Come ho compassione di questa folla!",
dico agli Apostoli del vangelo, di quella gente che è stata
con Me dei giorni nell'ascolto della mia Parola, nell'essere
sanata dai loro mali ricevendo la mia guarigione, nella loro
risposta di lode all'Eterno. Li guardo con sguardo pietoso e
amoroso di Padre che si preoccupa del loro protratto
digiuno, dato che nel ritorno sulla strada verso casa
potrebbero venir meno; per questo chiedo agli Apostoli che
li rifocillino, che siano loro stessi a dar loro da
mangiare; ed essi portano a Me le ultime povere scorte, i
semplici e umili elementi che Io, nella mia benedizione,
moltiplico e maggioro per nutrire a sazietà e in abbondanza
l'intera folla.
Guardo il mondo e ne ho compassione: vedo il digiuno dello
spirito che vive denutrito dell'amore di Dio e chiamo i
sacerdoti a dare essi stessi da mangiare a questa povera
umanità. Quanti miei poveri figli decadono, vengono meno
sino a precipitare nel baratro di satana. Siano i sacerdoti
quel pane buono che nutre le creature alla bontà, quel pane
santo che nutre a santità. E come lo potranno? Se si faranno
anime eucaristiche: ameranno, adoreranno e propagheranno la
diffusione dell'adorazione all'Eucaristia. Facciano ore di
adorazione privata, come quelle pubbliche, nel guidare il
popolo. L'Eucaristia è il Sole radioso di Dio che, con la
sua Luce, filtra tutti i vostri di elementi: gli organi, la
mente, il cuore, l'anima. Li sana, dà luce nella verità al
pensiero, consola, sostiene, guida, vi rende santi e vi
divinizza. Se un sacerdote è presso il tabernacolo adorante,
sfamerà le folle all'amore di Dio.
Chiamo voi, figli miei, che dite di amarmi: fatevi anime
eucaristiche, che vivono con più profondità e partecipazione
alla Mensa del Pane celeste; venite con più frequenza, fate
adorazioni, diffondete questo amore e, non solo sarete le
fiaccole che illuminano in queste tenebre di oscurità la
terra ma, se pur circondati da un deserto di aridità,
sterile di bene e di sentimento amorevoli, sarete le oasi di
acque fresche e limpide a cui molti verranno per
rigenerarsi, ritemprarsi, per riprendere il giusto cammino,
e non perire nella via dell'esistenza. Venite a nutrirvene!
É il Pane che vi sazia ad ogni fame, è il Farmaco di salute
che risana tutti i mali, è la Roccia che vi sostiene, la
carezza che vi consola, la scala che vi fa salire e non
permette che decadiate alla terra, le ali che vi portano in
volo diritti al Cielo. Vi farete e sarete mio Pane che
riporta salute a tanti malati nello spirito che, fattisi
sordi, muti, ciechi, zoppi non ascoltano, non lodano, non
vedono, non vengono più a Me. In modo che, riprese le forze
e la Luce dello spirito, non vengano meno, ma riprendano il
passo per divenire miei amanti, qui adoranti presso la Mensa
divina.
L'Eucaristia è gratuita, figli, ed è data per puro amore: mi
è costata il Sangue di un' offerta che vive, se
l'accogliete. L'unica cosa che vi è richiesta è lo stato di
grazia, l'allontanamento dal peccato. Nell'Eucaristia avete
la vita, avete Dio. Come mai così pochi ne abbondano? Perché
così pochi nel numero dell'umanità ne fanno ricorso? In Essa
e con Essa potete ottenere tutto il bene. Ti benedico".
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5 dicembre 2013
"Come mai sì tanti matrimoni che si sfaldano?
Perché tanta
inimicizia tra gli uomini?
Perché crolla la fraternità e in
molti sfiorisce la carità?
Perché tanta Chiesa ha falle e vi
penetra l'iniquo?"
"Mia piccola Maria, Io prendo per mano tutte queste creature
e le intenzioni che porti e le unisco al disegno dell'amore
e della volontà divina. Stasera nel vangelo vi dico: "Non
chi dice: Signore, Signore, ma chi fa la Volontà del Padre
mio…". Quanti si riempiono di belle parole, si riempiono la
bocca parlando di Dio, fanno dotte catechesi e si ritengono
così di averlo onorato, anche se poi vivono secondo i propri
criteri e i propri desideri; oppure, poiché partecipano a
qualche processione del Santo Patrono, si ritengono
giustificati presso il Signore, ma poi trasgrediscono i suoi
Dettami e vivono in sua disobbedienza: fanno lunghe file
alla Comunione e non si confessano mai. Che valore ha questa
loro parola, la loro preghiera? Diviene parola gridata al
vento.
Il nominare Iddio nel vuoto perde il suo senso: "Non
nominare il Nome di Dio invano!", dato che il Nome di Dio va
riempito nel vostro vissuto, va testimoniato con la fedeltà
della vostra fede concreta: con opere di misericordia,
operando nella carità, in adesione alla Santa Legge e alla
Volontà divina, nell'adempimento del disegno che il Padre ha
stabilito per voi secondo la vostra vocazione.
IL Nome di Cristo deve essere stampato a fuoco
nell'interiorità dell'anima con la fede che Lo testimonia;
in questo modo vi farete la casa forte e salda del vangelo:
la colpiranno, l' attraverseranno, cicloni, tempeste,
alluvioni, ecc… ma non crollerà; rimarrà stabile, dato che
Io Ia abito. E qual è questa casa? É la vostra anima che si
fa casa di un Re! Può vacillare…? Io la tutelo, la recingo
forte nella mia potenza. Mentre, se la vostra fede è solo
esteriore, se è un nome vuoto, non intessuto di Me, alle
prime difficoltà sarà casa che vacilla e decade.
Come mai sì tanti matrimoni che si sfaldano? Perché tanta
inimicizia tra gli uomini? Perché crolla la Fraternità e in
molti sfiorisce la carità? Perché tanta Chiesa ha falle e vi
penetra l'iniquo? Perché le vocazioni sono scarse e spesso
portano un germoglio già corrotto? Poiché non è stampato il
mio Nome a fuoco nelle loro anime, non è vissuta nella
concretezza della fede il Nome di Dio. E cos'è questa fede?
É lasciare che Io vi cammini avanti, che vi preceda, che
sia Io a formare la vostra vita.
Ogni giorno, alla sua aurora, pregate che sia Io il vostro
Maestro a segnarvi il cammino, e voi a seguirmi, poiché,
figli miei, da soli non potete nulla; con Me, vostro
Signore, potete tutto, ma ci dovete credere. L'uomo, anche
nella Chiesa, cerca sempre di scavalcarmi, e ne trae le
cattive conseguenze, andando così contro sé stesso. Anime
mie, stampate il mio Nome nel cuore, nella mente, nelle
mani. Allora la vostra professione di fede avrà significato;
il chiamarmi: "Signore, Signore!", acquisterà valore; sarà
vero, reale e ne porterà il suo esito e l'abbondanza del suo
raccolto. Ti benedico".
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7 dicembre 2013
Prefestiva dell'Immacolata: "La consacrazione non è solo un
atto di affidamento,
ma una dichiarazione che attesta una
totale appartenenza a Lei:
vi fate così suo Cuore, sua
Carne, sua Anima"
"Mia piccola Maria, stasera voi, alla sua vigilia, celebrate
l'Immacolata Concezione della Vergine Maria. Lei, già
presente agli albori della creazione nel Pensiero
dell'Eterna, è la Donna che dovrà portare Dio agli uomini,
Colei che Lo rioffrirà con gratuità e generosità per la
salvezza di una umanità che sono i suoi fratelli e figli.
Immacolata perché intatta, intoccata: è concepita e nasce
preservata dal peccato che segna, già all'origine, ogni
creatura. Concepita, seppur in modo naturale, senza moto di
concupiscenza, per grazia divina, una Grazia che La abita,
che Ella manterrà e accrescerà sì da traboccarne, tanto sarà
Maria inabissata alla Volontà di Dio, unita e permeata
costantemente al suo Pensiero verginale e al suo amore
creativo: mai un attimo se ne è distaccata nella memoria e
nell'opera.
La Vergine Maria è Lembo, è Appendice della natura della
Santissima Presenza della Trinità, la Creatura che più gli è
simile, suo Capolavoro nella creazione: porta in Sé
l'Essenza vissuta e partecipata dei suoi sentimenti e del
suo modo di amare. Limpida e virginea come creazione di
primizia, mai toccata ed appartenente ad altri, e tantomeno
sfiorata dal nemico: proprietà esclusiva, preziosa e nobile,
al cui sguardo il Santissimo Signore si rallegra e si
glorifica, sì che nella sua innocenza Lo riflette e ne rende
natura degna, Carne santissima, che solo può dare vita a suo
Figlio. Lei, Creatura concepita che concepisce, nella sua
Immacolata Concezione, l'Inconcepito: Colui che, solo, per
un amore sì celestiale, mistico e spirituale, che s'innalza
sino all'Altissimo, e vi s'incontra, fondendosi. Ugualmente
Iddio si inabissa nel suo Grembo materno che Lo contiene per
dargli Carni Immacolate da offrire in dono, in olocausto,
per ridare purezza e nuova visibilità al volto dell'umanità
imbrattata dal male.
Maria è linda, trasparente: ogni sua finalità si muove ed
opera nell'anima e nel cuore per dare vita al bene. Il suo
Seggio in Cielo è chiarore di un cristallo da cui le
molteplici sfaccettature riflettono ed emanano i colori di
Dio che travasano per andare a ricoprire le creature. Il suo
candore è limpidezza come la lucentezza di un diamante che
traspare della sua essenza per la purezza che è; è la luce
Immacolata che ne irradia e La ricopre, ed Ella vi governa
accanto a Me, suo Figlio, il Re, il Sovrano del Regno, dalla
parte del Cuore. La Madre Santissima è Trasparenza in cui si
vede transfusa e presente in modo pieno, completo, assoluto,
la Luce dello Spirito Santo che perennemente La sposa e La
feconda di vita. É Ella simile al chiarore dei ghiaccioli
delle sorgenti innevate che intravedono ciò che lo contiene,
perché puro, ma al cui tocco, non dà freddo ma calore poiché
gravida dell'ardore dell'Amore di Dio.
Amate la Madonna! Oggi, nel primo sabato del mese in onore
al suo Cuore Immacolato, consacratevi a Lei. La
consacrazione non è solo un atto di affidamento, ma una
dichiarazione che attesta una totale appartenenza a Lei; vi
fate così suo Cuore, sua Carne, sua Anima; e Lei ve ne
ricopre della sua beltà, della sua trasparenza, del suo
candore: su di voi, imbrattati dal male, macchiati dal
peccato… siete però figli suoi, e Lei, da Madre, vi infonde,
vi fa assorbire, la Natura della sua chiarezza che è
rettitudine, castità, purezza… vi rivirginizza nell'anima,
sicché lo Spirito Santo vi venga a visitare, vi irradi di
Sé. Ne conseguirà che dal cuore, dal pensiero, dalle vostre
mani, nasceranno le Opere di Dio che sono pure,
incontaminate dal male.
Figli miei, se poteste vedere la Madonna, la cui beltà
incanta nelle fattezze! Ma la sua è una bellezza che filtra
dall'interiorità che ne rispecchia e ne riflette le
meraviglie che vive in Dio. Allo stupore del suo sguardo voi
non potreste discostarvi, ad una sua richiesta non potreste
negare, attratti irresistibilmente, dato che in esso
rivedrete la chiarezza dell'Amore nella sua assoluta verità.
Ti benedico".
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9 dicembre 2013
"La guarigione inizia dal distacco dal peccato;
tramite di
esso il demonio prende potere e sparge la sua caligine che
ammorba"
"Mia piccola Maria, sì, che ti perdono! Ma Io ti amo così
come sei, figlia mia, anche se, da tuo Signore e Maestro
qual sono, ti aiuto a crescere perché tu viva il massimo del
tuo bene. Stasera nel vangelo Io dico: "É meglio dire: ti
sono perdonati i tuoi peccati, o alzati e cammina?". Davanti
al paralitico che viene risanato e Io affermo: "Ti sono
rimessi i tuoi peccati!" si scandalizzano di Me. "…Chi può
perdonare i peccati se non Dio solo?", ma la mia divinità me
ne dà infatti il potere. Quand'è che avviene la prima
guarigione? Quando l'uomo prende coscienza del suo stato di
peccatore, del male compiuto; quando, pentito con lacrime,
vuole ravvedersi; essa avviene nella Confessione, quando si
cerca con desiderio, di fare un cambiamento di vita al bene.
La guarigione inizia nell'ascolto della Parola di Dio. Cosa
sto facendo nella casupola ove sano il paralitico? Sto
insegnando: nell'ascolto e all'adesione alla mia Parola voi
vi sanate nella scelta che ne segue e farete. La prima
guarigione è nell'incontro con Me, nel rapporto unitivo alla
mia Persona che sono il Medico che può guarire tutti i
vostri mali.
Il paralitico cerca Me, il Medico; egli prega in cuor suo
l'Altissimo Padre che lo guarisca, e chiede perdono per la
passata cattiva condotta, e gli amici, che lo trasportano,
intercedono per lui e compiono un grande atto di fede per
raggiungermi.
Figli miei, la guarigione inizia dal distacco dal peccato;
tramite di esso il demonio prende potere e sparge la sua
caligine che ammorba ed ottenebra il senso a ciò che è
giusto e ciò che è male. Io sono la Luce che si diffonde
attraverso la preghiera, i Sacramenti, la carità, che
disperde la caligine, e voi abbiate così di nuovo vista e
comprensione di ciò che è buono da ciò che è errato. Il
peccato è come un tarlo velenoso che corrode, penetra per
mezzo delle vostre cattive azioni e s'insinua persino nei
batteri, nei virus: attacca le cellule sino a dilaniare le
membra; colpisce la mente oscurando, inquinando, disturbando
la psiche sino a devastarla; s'insinua e s'irrora nello
spirito sino ad occuparlo e tormentarlo.
Il peccato è contagioso: si diffonde, simile alla malattia
fisica, passa da uno all'altro, colpisce intaccando, nelle
conseguenze che ne derivano, sia in chi ne è colpevole
diretto ma pure nei giusti e negli innocenti di cui però la
sofferenza si fa espiatrice, purificante e santificante e,
come miei simili, essi portano una croce che redime e paga
per liberare.
Quando i deserti si faranno giardini variopinti, quando le
steppe aride si faranno verdeggianti boschi, o la terra
incolta orti rigogliosi di un frutto sano? Quando le belve
feroci si faranno mansuete e nel mondo ci sarà la pace, e
quando non ci sarà più grido di dolore dell'uomo? Quando si
smetterà di peccare! Se le creature smetteranno di compiere
il male Io, il Signore, scenderò dalla Croce, verrò a
conversare con gli uomini fattisi uguali a Me, come erano
prima del peccato nell'Eden terrestre: avrà perso
significato il patire, il senso di una sofferenza
purificatrice dei giusti e degli innocenti, e non ci sarà
più lacrima, poiché è già vissuta sulla terra la salvezza e
la risurrezione. Ti benedico".
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11 dicembre 2013
"Io sono il Signore, Colui che porta sempre nuova semina,
un
nuovo germoglio, una nuova creazione:
sono il perenne
Principio e la perpetua Genesi che riaccende la vita"
"Mia piccola Maria, la tua preghiera va bene così. Io te la
dilato e la maggioro per molti altri. Stasera nel vangelo vi
dico: "Venite a Me, voi che siete oppressi e stanchi ed io
vi ristorerò!". Guardo il mondo e vedo quanti miei figli
sono delusi, abbattuti, scoraggiati, sfiancati nella lotta
alla ricerca di una vita che sia testimonianza di bene, che
costa spossatezza, combattimento, perché controcorrente, in
un tempo storico tanto contorto e difficile. Ma Io vi dico:
"Venite a Me… Ci sono Io!". Io sono la massima Potenza
moltiplicata all'infinito. Sono il Motore che perennemente
produce Energia all'esistenza, sono un Fuoco sempre acceso
che arde e accende ciò che è spento: sono l'Inesauribile!
Venite! Io do' nuovo vigore, fortezza, sostegno. E come
ricevere? Venendo al mio Cuore. Venite, simili a fanciulli,
per mettere il vostro capo nelle mie mani, a sviscerare voi
stessi, a dare sfogo a tutte le vostre lacrime, a gridare il
vostro affanno. Se gli altri si stancano di ascoltarvi, Io
non mi stancherò mai, dato che come Io vi amo non vi ama
nessuno. Il mio amore và oltre la concezione ristretta delle
vostre barriere; esso ha la velocità della luce che supera
ogni barriera del suono, che sono i vostri limiti umani.
Potreste essere i dimenticati, coloro di cui nessuno
comprende l'affanno e la prostrazione, ma Io non vi
dimentico mai; se verrete a Me, Io sarò la vostra Oasi: al
mio Cuore mite ed umile, ove vi nutro e vi faccio assorbire
queste fondamentali virtù, che, date a voi, vi renderanno
forti, dato che gli umili sono fiduciosi, abbandonati,
speranzosi. Dinanzi alle prove, alle difficoltà essi
rispondono con la pazienza e non s'affannano nel tormento
che prostra e, seppur dovessero decadere nell'amarezza e
nello sconforto, in Me riprendono celere il cammino.
Quando la prova è estenuante, quando siete stanchi,
sfiancati, esauriti, venite maggiormente e con più frequenza
all'Eucaristia: il Pane Santissimo vi è dato proprio perché
non veniate meno nella via dell'esistenza. É la mia Carne
che nutre e dà vigore alla fiacchezza delle membra, ritempra
lo spirito, dando nuovo entusiasmo, gioia, slancio a
ricominciare. Date a Me il vostro peso quando a voi si fa
impossibile; in Me si fa possibile: Io vi prendo come un
bimbo sulle braccia e mi prendo l'onere di portare a termine
ciò che vi schiaccia e vi costa una prostrazione che
v'avvilisce nel profondo.
Io sono il Signore, Colui che porta sempre nuova semina, un
nuovo germoglio, una nuova creazione: sono il perenne
Principio e la perpetua Genesi che riaccende la vita. Sono
simile alla batteria che vi ricarica e permette che
ripartiate; sono il riavviamento all'entusiasmo, il nuovo
Interesse della prima pagina da scrivere di un quaderno o di
un libro da scoprire. Io sono l'inizio che vi stimola a
rincominciare: vi libero dall'afflizione di una stanchezza
che si trasforma nella vitalità del mio riposo.
Andate da mia Madre che è anche la vostra. Date a Lei il
vostro affanno, cuore a cuore; parlate con confidenza, a
Lei, la "Misericordiosa". Ella, come suo Figlio, non si
stanca, e vi asciuga il pianto; vi abbraccia e vi consola
con la sua presenza, vi offre la sua speranza e vi si pone
accanto per accompagnarvi a riprendere la via: vi trasforma
la mestizia nel suo sorriso. Ti benedico".
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14 dicembre 2013
"La mia gioia invece dà luce: illumina di chiarore, pur
nella notte delle prove;
dà sostegno alla stessa oscurità se
vissuta per amor mio"
"Mia piccola Maria, Io soffio nel tuo cuore la mia gioia per
attestarti la mia rinnovata presenza. Stasera nel vangelo
Giovanni Battista vive il suo Getzemani, la sua notte. Il
demonio fomenta il suo dubbio; ed egli, soffrendo, si pone a
mettere in discussione la sua Opera, il suo vissuto nella
mia attesa e nella sua adesione. Egli prega, invoca Luce
dall'Altissimo e domanda, mandando a dirmi, tramite i suoi
discepoli: "Sei Tu Colui che deve venire o dobbiamo
attenderne un altro?". Ed Io do' luce alla sua notte con la
mia risposta: " Ecco, i ciechi hanno di nuovo la vista, i
sordi odono, gli zoppi camminano, ecc…". E se, nel miracolo,
è riportata la sanità agli uomini, "il Regno di Dio è in
mezzo a voi!". Se c'è un'opera compiuta e portata al bene
non può che esserci la presenza di Dio. Giovanni rasserenato
da ciò, si abbandona, e dona fiducioso, ancora prima che la
scure si posasse sul suo capo, l'offerta della sua vita
perché il suo sacrificio accompagnasse il mio, e il suo
martirio fosse sostegno alla mia Redenzione.
Ecco, da stasera voi celebrate nella Chiesa il giorno della
gioia, la giornata del gaudio nel mezzo del percorso
dell'Avvento per far sì che vi sia di ristoro, vi ritempri
nell'attesa alla mia Nascita. Essa vi è donata dal Padre
Celeste in memoria e per i meriti del cammino che Maria e
Giuseppe hanno percorso per giungere a Betlemme. Alla metà
della via fatta, essi vivono, uniti a Me, divino Infante nel
grembo materno, un' estasi divina, un'esplosione di amore
mistico verso l'Eterno e amore fra di noi, che ha ridato
vigore e gioia alla stanchezza del viaggio e all'attesa
della Venuta.
Ove c'è la gioia pura c'è la presenza di Dio; gioia che non
è l'allegria vuota e fatua del mondo, il riso sguaiato nella
volgarità o l'inutilità che conduce all'aridità dello
spirito, ma la gioia che nasce dall'ilarità del cuore che,
anche quando una creatura è nel dolore e vive la sua notte,
la sua opera è rivolta e finalizzata al frutto del bene. Ove
la tristezza si fa oppressione e ammorba, là vi cova il
maligno. Quando il pensiero si fa ossessione e diviene
tormento è il pungolo del nemico; quando l'angoscia divora,
è la sua bava che bagna l'intimo, cercando di portarvi
scoraggiamento, abbattimento, sicché vi tolga la speranza e
vi annienti la fede, portandovi all'inutilità di operare nel
bene.
La mia gioia invece dà luce: illumina di chiarore, pur nella
notte delle prove; dà sostegno alla stessa oscurità, se
vissuta per amor mio. Essa è sprone, è entusiasmo che dà
forza alla costanza che, nell'attesa, alimenta la speranza
che concretizza la vostra fede, sì che, dopo la notte,
giunga il nuovo giorno, la nascita di un'aurora radiosa che
porta con sé il suo cambiamento: giorno al giorno, nei tempi
che susseguono ed evolvono in Me, nella trasformazione degli
eventi, alla sua guarigione e al suo massimo bene, finché
non giunga il giorno che non ha tramonto, né notte, né
attesa; ma vive nella certezza di un perenne presente. Avete
compreso? Potete comprendere? Non ci sarà più conteggio
dell'alternarsi dei tempi, né dolori e tormenti, né dubbi o
tenebre, ma il massimo gaudio di una felicità di cui gli
amori vissuti sulla terra, le sensazioni amorose tutte
unite, non sono che un barlume dell'intensità della sua
luce. Ti benedico".
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16 dicembre 2013
"Mia Madre è chi si fa simile a Lei, e i miei fratelli sono
coloro che Mi si fanno simili"
"Mia piccola Maria, lo so: è dura! Anche se ti dico che le
cose cambieranno nel frattempo: è dura! Sappi che Io sono
presso di te; le porte si apriranno. Stasera nel vangelo Io
dico: "Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli?". Mia
Madre è chi si fa simile a Lei, e i miei fratelli sono
coloro che mi si fanno simili.
Cosa è mia Madre? Mia Madre è la Maternità, l'Innamorata di
Dio, l'Innamorata delle creature. Chi sono i miei fratelli?
Sono quelli che L'amano e si fanno mia Carne e mio Sangue.
Come divenire tali? Pregando Maria e ponendosi al suo
servizio, pregando per i fratelli e ponendosi al loro
servizio. Nella preghiera e nel servizio voi fate unità, voi
formate la mia Famiglia, e in essa Io vivo, ci sono. Quando
si è famiglia? Quando ci si riconosce e si partecipa alla
medesima natura della propria paternità e maternità: in essa
voi siete figli e vi fate fratelli. Condividetene la
delicatezza e la compassione. Non vergognatevi di esternare
i sentimenti dell'amore di Dio, sia con quelli di casa, sia
in parrocchia, come in ogni comunità, per divenire,
consolidare, accrescere, quello stato di famiglia che ama, e
che Io ricerco.
I cristiani si compiacciono anche di ascoltare belle
catechesi, concetti profondi, danno approvazione ed ammirano
la semplicità e l'esempio del Santo Padre, ma quanti poi
seguono così tanti insegnamenti? Quanti li mettono in
pratica? Dopo aver ascoltato e approvato, i più chiudono la
porta della loro casa, estromettendosi dal mondo. Che cosa
hanno capito del cristianesimo…? Il cristianesimo non sono
delle idee, astrazione nel vuoto; ma è un cuore che ama con
le mani, è un cuore che palpita nelle azioni. Se non
soccorrete i poveri, se non date conforto ai tribolati,
aiuto ai malati, ecc., che Famiglia di Dio è la vostra?
Ecco, Io cerco continuamente mia Madre nelle creature, e
quando La trovo, in Lei mi tuffo: al suo sguardo mi
rispecchio, al suo Cuore mi riposo. Quando ritrovo e
riconosco i miei fratelli ad essi accorro, con essi
condivido, e mi rallegro. Ti benedico".
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18 dicembre 2013
"San Giuseppe è stato premiato, vivendo in dono la Paternità
di Dio sulla terra:
ha visto svelare, davanti ai suoi occhi,
il Mistero della mia Nascita"
"Mia piccola Maria, stasera nel vangelo San Giuseppe riceve
in sogno la visione di un Angelo che viene in soccorso al
suo bisogno: "Giuseppe, non temere di prendere Maria per tua
sposa poiché ciò che è generato in Lei è concepito nello
Spirito Santo". Giuseppe aveva vissuto un grande
combattimento, una lotta con sé stesso; aveva invocato, con
lacrime, il Padre Santissimo che accorresse a risolvere il
suo dilemma: dinanzi a Lui era presente il candore,
l'innocenza della sua Promessa Sposa, dall'altro lo stato
della sua gestazione era palese, sempre più visibile,
concreta e inconfutabile: "… come è potuto accadere, come è
stato? Cosa fare?!...". Egli era giunto a pensare e credere
che Maria fosse stata vittima innocente del sopruso altrui,
in uno stato di incoscienza, inconsapevole, in conseguenza
di una caduta per un'aggressione che l'aveva colpita sul
capo, o facendola assalire da un sonno profondo per mezzo di
filtri, comunque fosse non consapevole di colpa. Però egli
era anche a conoscenza di quanto fosse severa la legge di
quei tempi che non condonava nulla alla donna, e tantomeno
ad una con un figlio illegittimo. Giuseppe, così ligio alla
legge, non voleva trasgredire il Comando della veridicità
della sua paternità che macchiava l'autenticità alle sue
nozze, ma desiderava anche tutelare, proteggere, Maria
dall'ira umana e, per questo, non la volle denunciare ma
rimandarla in silenzio a casa.
Pur nella lacerazione della pena che ha spolverato di bianco
le sue canizie, Giuseppe non perse la fiducia e la relazione
con il Padre Celeste: verso di Lui invocava con cuore
sincero, addolorato, ma pure speranzoso, e continuò a
mantenere la comunione con Maria nell'atteggiamento di
compassione e carità; per questo Iddio gli venne incontro,
soccorrendolo nella verità che scopre: svela il Mistero di
cui acquista la conoscenza.
Quando siete dinanzi ad eventi inspiegabili alla mente
umana, a poter dar risposta a ciò che per voi è impossibile,
il Cielo viene sempre in aiuto alla creatura, ma richiede
una condizione: che essa mantenga con Lui uno stato di
relazione, che esponga e presenti alla sua Persona la sua
difficoltà, il suo dilemma, e ugualmente mantenga uno stato
di relazione con il prossimo in una risposta che è sempre di
misericordia e di bene. Egli vi manda tanti mezzi a sua
conoscenza, spesso a voi impensabili; ma maggiormente manda
i suoi Messaggeri, i suoi Angeli che non vedete, ma che vi
parlano al cuore; permette che vengano anche a voi, nei
vostri sogni e, seppur ne venite per lo più smemorati, essi
lasciano stampati alla vostra coscienza il messaggio, la
luce della via da seguire.
San Giuseppe è stato premiato, vivendo in dono la Paternità
di Dio sulla terra: ha visto svelare, davanti ai suoi occhi,
il Mistero della mia Nascita: ha visto crescere, tra le sue
mani, l'intimità della mia Persona, di cui sono stato Figlio
e a Lui sottoposto. Pure voi, se vivrete la vostra relazione
con i fratelli nella compassione, nella carità, voi
parteciperete della Paternità e della Maternità Celeste, e
nel vostro rapporto con le creature si farà presente,
continuamente nel suo amore, la Nascita di Cristo. Ti
benedico".
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22 dicembre 2013
"Andate, ritornate alle mie origini, da mia Madre.
Ella ha
il compito, non solo quello di aver gestito Me, ma di
prendere in Sé le creature,
di gestirle nel suo Grembo, che
è ora il suo Cuore Immacolato"
"Mia piccola Maria, stasera nella Santa Parola vi viene
detto: "Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un Figlio,
che si chiamerà Emmanuel, che vuol dire 'Dio con noi'". La
mia Nascita è vicina, il mondo appressa il suo sguardo al
presepe; ma per essere una Nascita deve esserci prima un
Concepimento. Io prendo Carne da Maria, prendo natura umana
dal seme di Davide, di cui anche mia Madre è discendente, ma
ricevo vita nell'incontro, nella Fusione dello Spirito Santo
con Lei, che unisce ai suoi elementi corporei la sua
Sostanza, la sua Divinità che dà forma a Me, l'Uomo Dio,
l'Emmanuele, il Dio con voi, Colui che è l'Incommensurabile,
l'Incontenibile, il Sovrano. La Maestà delle altezze si
inabissa nella materia e la feconda di Sé: l'irradia, la
penetra, la forgia in un processo di trasformazione che la
libera dalla sua corruttibilità e la innalza per farne
fisicità santa: Carne spiritualizzata, umano divinizzato. Il
Santissimo Signore s'abbassa all'uomo per elevarlo a Dio:
feconda la terra per innalzarla al Cielo.
Questo processo dell'Incarnazione è avvenuto, è già stato
compiuto, per mezzo del consenso della Madre Santissima: al
suo Sì la storia ha subito la sua grande svolta ed
evoluzione: Iddio si è fatto come voi, per voi e in voi. Ora
tocca alle creature dare la loro collaborazione, la propria
adesione, in modo che tale processo, lo sviluppo
dell'Incarnazione, sia completo, totale, portato a
compimento. Io sono l'Emmanuele; Iddio ha compiuto la sua
parte, ma continua ad operare: sono il Pellegrino
instancabile, e busso continuamente alle porte delle case,
alle porte dei cuori, ma queste porte per lo più rimangono
chiuse. Non posso entrare e viverci la mia Nascita: non c'è
accoglienza, non c'è apertura, e non può esserci nascita:
ciò accade perché prima non sono stato concepito; non ci
sono nemmeno nell'accenno di una iniziale figura embrionale.
Come può avvenire il mio Concepimento in voi? Andate,
ritornate alle mie origini, da mia Madre. Ella ha il
compito, non solo quello di aver gestito Me, ma di prendere
in Sé le creature, di gestirle nel suo Grembo, che è ora il
suo Cuore Immacolato per aiutare, formare, rendere atta la
natura umana ad accogliere, ad esser pronta a recepire, a
ricevere lo Spirito Santo.
Lei vi ricopre della sua Santità, vi rende belli,
attrattivi, sicché lo Sguardo dello Spirito si compiace di
voi e accorre per unirvi a Sè, per fecondarvi della sua
Grazia e del suo Amore. Egli sviluppa così, nella vostra
interiorità, dalla sua scintilla che è creazione di vita,
l'accenno, il primo abbozzo della mia presenza in voi nella
crescita della mia gestazione spirituale, che opera per
mezzo della grazia e dell'amore, fino a quando si giunge a
maturazione per la nascita, nell'interezza del Frutto del
divino Infante. Maria vi riconduce a Nazareth, vi riporta al
silenzio, all'umiltà, al nascondimento, all'ascolto, per far
sì che sappiate dare pure voi il vostro sì, a ricevere
accoglienti il Signore che viene. Allo Spirito che vi offre
Sé stesso e vi santifica della sua presenza e, gravidi di
questa santità materna di Maria e dello Spirito, voi gestite
Me, Cristo Signore.
La Madre poi vi fa, in questo stato, pellegrini che vanno,
come Lei, da Elisabetta e vi pone al servizio della carità,
che maggiora e accresce la mia formazione in voi. Vi conduce
ad esser dono, ad offrirvi come primizia al Padre Celeste e
alla ricerca del suo desiderio, simili ad innamorati che
trovano riposo e gaudio solo nel suo incontro, alla fusione
con Lui, in modo che, colmi, pieni dell'amore di Dio, la
vostra gestazione giunge al culmine, completa, della mia
Persona. Anche a voi avvenga nell'anima vostra la mia
Nascita. Solo allora l'Incarnazione sarà attuata per le
creature. Io sarò l'Emmanuele, il Dio con voi, e voi lo
sarete con Me. Ti benedico".
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25 dicembre 2013
"Io nasco alla terra, ma sussisto da sempre:
sono Persona
nello Spirito che nel Pensiero compie,
sono Persona nella
Parola che agisce, sono Persona nell'Amore che ama"
"Mia piccola Maria, da questo nuovo anno si riaprono le
porte. Ecco: "in principio era il Verbo e il Verbo era
presso Dio, il Verbo era Dio". È l'inizio del vangelo di
oggi. Io nasco alla terra, ma sussisto da sempre: sono
Persona nello Spirito che nel Pensiero compie, sono Persona
nella Parola che agisce, sono Persona nell'Amore che ama.
Sono simile ad un sentimento che prova, sente, è presente,
ma non si può vedere ad occhio umano: come vento che, pur
impetuoso, agita, soffia, ma non si può contenere, sicché
nasco in una data del tempo alla Carne per far sì che Io mi
faccia a voi percettivo, concreto, e mi possiate
comprendere, toccare, partecipare, farmi Uno di voi.
Nasco nella corporeità per prendere in Me tutte le
sofferenze dell'uomo, per liberarlo; mi faccio Carne per
essere la calamita che attrae su di sé tutto il male, le
negatività: per assimilarle e trasfonderle, convertendole al
bene. Sono luce che divulgo, tramite la mia Umanità, e che
attira in Sé tutte le oscurità, le tenebre per irradiarle e
dare a voi un perpetuo giorno. Nasco Bambino come ogni
creatura: piccolo, bello, indifeso, per dare segno a voi che
Iddio è il Potente, la cui Potenza non ha conteggio e
limiti; è il Virile, la cui forza prorompe di un vigore che
non ha sconfitta; ma è un Bambino, nelle sue
caratteristiche: umile, innocente, gentile, delicato… si fa
piccolo per attrarvi a Sé, alla culla di Betlem, e non Lo
temiate, ma vi facciate adoranti nel contemplarlo così
piccolo, e vi trasfonda le sue proprietà che vi fanno
simili, e sono via alla santità.
Oggi la Madre Santissima espone dinanzi al Cielo intero la
sua Creatura divina, ed ogni suo abitante mi adora; ma Ella
desidera sopratutto che gli uomini, suoi figli, vengano ad
adorarmi per attestare la riconoscenza e il tributo di
grazie e di lode per ciò che suo Figlio ha fatto per tutti
loro. Il Santo Bambino vi chiama a farvi presso di Lei e di
Giuseppe, alla sua culla. Maria non solo Mi mostra, ma Mi
pone tra le vostre braccia. Perché poi voi Mi portiate al
cuore e Mi amiate. É in questo amore che voi non sarete più
Creatore e creature separati, ma vivrete il nuovo processo
di fusione, per cui il Verbo che si fa Carne, ed è Dio,
prende carne in ognuno di voi. Divenite Carne sua,
personale, un tutt'uno: unità di Corpo e Spirito suo;
divenite pure voi, ognuno, il suo principio di una Nascita
che si rinnova, che è Carne di un Uomo-Dio, Carne
divinizzata.
Anche oggi, a Natale, il dolore, le ingiustizie, i lutti,
continuano: la morte è presente nella storia; il demonio
combatte la sua battaglia, portando morte; ma voi non
temete! Guardate diritto a Betlem: non perdete, allo
sguardo, la mia culla! Restate adoranti con Maria, mia
Madre, e con san Giuseppe: Io sono la Nascita che non può
morire. Chi mi accoglie in sé, mi ospita, mi riceve, si fa
Vita: Io nasco in lui ed egli mi fa crescere nel mondo. Ti
benedico".
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30 dicembre 2013
"In questo anno, che volge al suo termine, gli uomini
invece
di mettersi in ginocchio per richiedere la mia assistenza,
il mio aiuto ai loro molteplici problemi, che si
accatastano…"
" Mia piccola Maria, la croce, quando è tale, è dura, è
difficile, ma Io ti sono vicino, tenendoti per mano; se gli
altri non comprendono la tua croce, Io la capisco. Lo so,
non mi vedi presente e ti credi sola, eppure Io ti
accompagno, e quando essa si fa particolarmente pesante Io
la prendo su di Me per sostenerti. Stasera nella Santa
Parola vi viene detto: "Non attaccatevi al mondo, non
attaccatevi alle cose del mondo!", esse vi offrono la
concupiscenza che vi conduce alla morte. In questo anno, che
volge al suo termine, gli uomini invece di mettersi in
ginocchio per richiedere la mia assistenza, il mio aiuto ai
loro molteplici problemi, che si accatastano e si maggiorano
al volgersi del nuovo anno, si preoccupano dei preparativi
ai loro divertimenti, ai loro piaceri e agli innumerevoli
peccati che commetteranno. Si daranno alla dispersione del
vuoto che li farà ritrovare ancora più poveri, sprovveduti e
soli all'impatto nell'incontro dei problemi gravosi che
dovranno affrontare, e che per lo più, senza di Me, non
risolveranno. Non che Io non voglia che siano lieti ma,
senza di Me, senza Dio, non c'è felicità. Il mondo offre
l'ebbrezza di un momento che è illusione che tradisce e
lascia poi rimpianti e l'amaro in bocca. Io sono invece la
fedeltà stabile e concreta che porta la gioia nella sua
autenticità.
Stasera nel vangelo vi viene presentata la profetessa Anna
che, dopo la sua vedovanza, giunge alla sua venerabile età
di anni, colmati al servizio di Dio nella preghiera, nel
digiuno, nell'operosa carità, nell'umile lavoro; ed il Padre
Santissimo, l'ha ricambiata, ricolmandola di Spirito Santo
che le ha dato luce e gioia di riconoscere l'Atteso, il
Messia d'Israele, che Israele non ha saputo riconoscere.
Ella ne contempla, al suo Capo protesa e svolazzante, la
divina Colomba che aleggia su di Me, divino Infante, e sulla
Santa Famiglia. Riconosce in Maria, la Creatura educata e
cresciuta alle sue cure nel tempio, "la Prediletta, la Madre
del Signore", e gode di questo giorno: ne è allietata nel
ricevere pure lei, come Simeone, Me, il Santo Bambino tra le
braccia: portarmi al cuore ed essere infusa della felicità
che già annuncia quella prossima, eterna, che ormai
l'attende.
Oggi quanti anziani hanno perso la sapienza, la santa
saggezza delle canizie degli antichi, che irroravano la
terra del loro tramonto nell'arricchirlo dei tesori
spirituali d'incenso d'orazione, di preziosità di bene.
Molti, giunti alla tarda età, ma non ancora lambita da
malattie destabilizzanti che impediscano la vita, e non più
gravati da incombenze e responsabilità, potrebbero ormai
operare per intessere la tela compiuta della loro esistenza
con una cornice di valore, nobilitata in tali virtù; ma così
pochi sono quelli rimasti che intrecciano ancora le mani
alla preghiera, il cui sguardo si protende alla meditazione
di Sacre Letture e la parola nella trasmissione della fede
alla loro discendenza. Si lasciano fuorviare dal mondo e,
invece di prepararsi al Signore che viene a loro, si danno
ai piaceri, ai divertimenti e a molti peccati, che ritengono
ormai leciti per colmare ciò che, nel rimpianto, non hanno
vissuto nel passato. Il poco tempo rimasto si fa simile alla
sabbia che, nel bene vissuto, si fa d'oro e, seppur non può
essere trattenuta a sé, poiché il tempo scorre, si è fatta
preziosa e non verrà gettata; ma se rimane tale nell'
inutilità, si disperde tra le mani e si perde.
Come è bella la gioia della condivisione e dell'aiuto tra
gli anziani, le ore serene di una partecipazione nella
carità! Non attaccatevi al mondo, figli miei! Dovete
viverci, ma non dategli il cuore. Non mordete, e non
nutritevi della sua mela: è sempre satana che ve la offre:
bella allo sguardo, suggestiva e attraente, ma internamente
ha il suo veleno; se la mordete e la mangiate vi porta la
sua morte. Fatevi invece solerti lavoratori della terra,
ponendovi al suo servizio, sotto lo sguardo di Dio:
toglietene le erbacce, bonificate le sue zone malsane,
coltivatene le zolle, facendole irrorare e bagnare della
Grazia divina, che ne farà frutteti dal frutto verace,
franco, sano, a cui non solo le creature, ma il Padre stesso
verrà a nutrirsene, rendendovene lode e, per premiarvi, vi
offrirà, come ad Anna, il suo Figlioletto tra le braccia che
vi farà provare, vi darà, quella che è la vera felicità. Ove
saranno i piaceri degli uomini, l'esaltazione del potere,
delle ricchezze e del sesso?... Esse si fanno ombre che
strisciano come serpi che si dileguano e si dissolvono,
mentre la mia felicità è luce sfolgorante nella sua gioia
infinita. Ti benedico".
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31 dicembre 2013
"Quando la Chiesa si farà Santa? Quando vivrà la realtà del
presepe e lo stato della Maternità che è, e trasmette"
"Mia piccola Maria, Io ti benedico, ti prendo con le tue
miserie alle quali sorrido. Ecco, l'anno si chiude ed è già
in procinto l'arrivo del nuovo in cui il vangelo vi
presenta, al suo sorgere, la scena del presepe, la Nascita
della Vita e la sua Genesi nella Maternità di mia Madre che
ve la offre in Me, e nella Maternità di Dio che dà vita. Chi
sono i primi a partecipare a questo Mistero: a comprenderlo,
ad amarlo, a viverlo? Sono gli esseri celestiali degli
Angeli che ne rendono gloria all'Altissimo; e sono i poveri
pastori della terra. Chi sono coloro che comprendono, amano
e partecipano della Maternità di Dio, della Madre
Santissima, del presepe ove sono e nasco per dare Vita? Sono
coloro che, in ogni tempo, sono anime nobili, spirituali,
che s'innalzano al Cielo e lo desiderano; e sono gli umili e
semplici: i poveri della terra. Queste anime ancora hanno lo
stupore della realtà del presepe, delle sue proprietà, delle
sue virtù: ancora lo adorano e ne ricevono le
caratteristiche per divenire anch'essi madri nello spirito,
portatori di vita. Gli uomini che rimangono chiusi alla
terra, imprigionati nella materia, lo rifiutano: coloro che
sono chiusi nel loro razionalismo, nella saccenza, nella
boria, non lo capiscono. La "Maternità divina" è il mistero
della vita che si perpetua nei figli che vivono questa
infanzia spirituale.
Quando la Chiesa si farà Santa? Quando vivrà la realtà del
presepe e lo stato della Maternità che è, e trasmette. Oggi
in cui la Chiesa celebra l'inno del ringraziamento per
l'anno trascorso, chi sono coloro che, sinceramente grati,
ne rendono lode al Signore? Sempre tali anime che hanno
compreso il Mistero di una Maternità d'amore che si perpetua
e genera, se la si accoglie, se la si ama, e se ci si pone
al suo servizio. Tutto vi proviene dal Padre Santissimo che
dà nascita ad ogni giorno per la vostra sussistenza, vi dà
forza, vi sostiene, nelle ore del vostro dolore. Ciò che
siete, ciò che vi circonda, ciò che vedete, in Lui ha
origine, si protende e sussiste; senza Iddio si decade nel
nulla; ma… lo comprendete?
Ormai ogni cosa voi la considerate scontata e dovuta: la
banalizzate; ogni moto vitale diviene ordinario, eppure la
sua ordinarietà è un miracolo continuo che nasce dal suo
straordinario. Non sapete più stupirvi, meravigliarvi e
gioire per ringraziare e vivere della Maternità della Madre
Santissima che vi genera alla Grazia, della Mia di Maternità
che vi redime a Vita nuova, dello Spirito Santo che la rende
santa, dell'Eterno Padre, che è anche Madre, nella sua
Creazione e nella Provvidenza. Ti benedico". |
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