Gocce di luce: Gesù parla ad un'anima

       
       

Febbraio 2015

"Signore, non ce la facciamo, è duro il tratto, e noi siamo deboli, provati, stanchi"

 

 

Ave Maria!

 

7 febbraio 2015
"Per il terrorismo, per l'Isis, per cui mi chiedi, ti dico:
non è il Santissimo Padre che vuole che compiano tali misfatti e orrendezze,
e sappi che Io sono anche tra di loro per cercare di fermarli e portarli al cambiamento"

"Mia piccola Maria, il tuo cuore è nella tempesta, ed Io sono la brezza leggera che porta il suo riposo, sono la mano che accarezza e porta la sua pace. Sono con te e torno a confermarti che la porta si apre: ci sarà il cambiamento di questo tuo figliolo. Egli è nato per la mia gloria, ed è per questo che lo avversa così il nemico. Ma Io sono con te in questa lotta; è con te che combatto, è con te che soffro, è con te che opero e prego: sono e vivo in te in mezzo a tutte le tue miserie.

Se ora vuoi lasciare, per un periodo, di scrivere Gocce di luce, puoi farlo (*); sei sempre la mia piccola Maria nella tua storia di sofferenza.

La Chiesa ancora poco mi ha compreso e poco ha capito realmente il mio Spirito, il mio Cuore, come sono. Io non sono il Dio che vive solo arroccato e distante nel Cielo; sono Colui che vive nell'uomo, che partecipa nel suo vissuto, anche se peccatore: Io vivo la sua vita, pur nelle sue colpe, per condurlo a salvezza.

Per il terrorismo, per l'Isis, per cui mi chiedi, ti dico: non è il Santissimo Padre che vuole che compiano tali misfatti e orrendezze, e sappi che Io sono anche tra di loro per cercare di fermarli e portarli al cambiamento. Essi sono guidati e posseduti da satana, ed Io cerco costantemente, sempre, che la mia Luce possa trovare varco per ricondurre al bene. Io sono negli innocenti e perseguitati per soccorrerli e sostenerli. Sono nei bambini che vengono da essi violati e crocifissi, e cerco a questi miei piccoli di non far provare un dolore che li superi, di portarli a Me, nel mio Cuore, che attutisca e renda più lieve tale sofferenza affinché non prevarichi con la sua disperazione, per condurli già nel mio Cielo salvi e felici.

"Come mai, voi mi chiedete, si permette che essi possano compiere mali così atroci?". Perché Iddio ha dato la sua Parola all'uomo di non violare la sua libertà, e per il libero arbitrio, finché si è sulla terra. Ed Egli è fedele sempre alla Parola data.

Il Padre Santissimo non è solo Giustizia che interviene subito per colpire; la sua Essenza, la sua Natura è Amore, e solo nell'amore può agire, operare e salvare: questo è il suo potere, e di cui è formata la sua Persona; Egli non può che agire nel suo fine d'amore. Finché si è nel mondo Egli aiuta i malvagi a redimersi, i buoni e gli innocenti a soccorrerli e a sostenerli per condurre tutti alla salvezza, alla Patria Celeste. Ti benedico!".

(*) Il 2015 è stato un anno assai difficile per la piccola Maria: problemi e affanni e prove di ogni genere… tanto che non riusciva più nemmeno ad andare a Messa e a scrivere. Ora va un po' meglio, grazie a Dio, ma le prove non le mancano mai.

 


14 febbraio 2015
"La lebbra del male, con i peccati che corrompono l'uomo, è propagata ed ha infettato l'umanità"

"Mia piccola Maria, Io ti sono sempre accanto, anche in questa settimana che hai ricevuto questa dolorosa notizia che ti ha portato confusione ed abbattimento. Con Me, figlia mia, sarai vincitrice su tutte queste situazioni. Non prendere posizione, lascia che gli eventi procedano, dato che Io sono il Signore che li guido.

Stasera la Santa Parola vi presenta la lebbra, malattia che devasta le carni fino alla distruzione. Nei tempi antichi chi ne veniva colpito era considerato immondo poiché creduto colpito a disgrazia dal Cielo per le sue colpe, e rifiutato. Io vengo, e mi pongo in altro atteggiamento che è quello dell'accoglienza e del riconoscimento della sua dignità di uomo che sempre è creatura di Dio, suo figlio, e necessita delle sue cure. Io sono il Medico che viene a risanare, sia che ne venga colpito da innocente perché contagiato, sia che ne sia colpevole in quanto i peccati danno potere al diavolo che, per mezzo di essi, infetta e può devastare portando anche il male fisico.

Oggi la lebbra del corpo è relegata a poche regioni del mondo, ma la lebbra del male con i peccati, che corrompono l'uomo, è propagata ed ha infettato l'umanità: essa penetra e infetta lo spirito, corrompe l'anima, imprigiona il cuore, oscura la mente. I diavoli come tarli avanzano nella persona sino a portare a distruzione l'essere umano.

Io sono il Medico che solo può ridare salute: sono la cura che risana ma, a differenza dei miei tempi terreni nei quali gli uomini invocavano il mio aiuto, oggi le persone non si riconoscono malate dalla lebbra del male. Esse vogliono rimanere in tale stato e, se non si ricorre al Medico, non c'è cura. Per questo torno senza posa ad invitarvi a venire a Me, a chiedere il mio soccorso.

Sono venuto proprio per la liberazione dei peccatori, per guarire dal loro stato di male. A chi viene a Me Io ridono libertà nello spirito, risano l'anima, tolgo le prigionie del cuore, do' luce alle menti per ridare di nuovo dignità all'intera persona umana. Chi è con Me è vittorioso su ogni tipo di lebbra. Ti benedico".

 


22 febbraio 2015
"Chiedete per i meriti del mio deserto, per le lacrime preziosissime versate in esso"

"Mia piccola Maria, è giunto il tempo. Presto si adempiono le promesse, la rinascita, rallegrati! Oggi la Chiesa ricorda il mio deserto. Almeno una volta all'anno essa rammenta il mio atroce dolore vissuto all'ennesima potenza, poiché vissuto come uomo: deserto nella mia desolazione, nella mia solitudine, nel mio tormento, desolazione nella mia anima che rispecchiava tutto ciò che vi era intorno, arida e secca come la terra spaccata del deserto, riarsa dal fuoco del sole, dove non germina pianta perché non riceve goccia di acqua dal cielo; così era l'anima mia che gridava per far sì che fosse rinfrancata dall'acqua della Grazia divina, che non dava risposta ad ogni mio gemito.

La mia solitudine che ricercava tutto intorno una consolazione non data. Niente, nessun braccio dove potessi posare il mio capo: il giorno con le pietre riarse dal bruciore della calura che faceva ardere di arsura la mia gola per la sete sino a sanguinare, i morsi della fame che scarnificavano le mie viscere; nessuna mano pronta a prestare soccorso; e notte con le sue tenebre e il gelo a penetrare le ossa: solo silenzio al mio bisogno!

E poi l'accanirsi dei diavoli che prima, in forme allettanti, cercavano di portarmi a tentazioni e cadute, poi in forma di belve feroci, per terrorizzarmi e portarmi a disperazione; ulteriormente nelle apparizioni delle loro orride e lascive presenze che mi attaccavano le carni per portarmi a distruzione. Tutto questo deserto Io l'ho accettato e sofferto per voi, perché per i meriti in esso acquisiti, Io possa prestarvi soccorso nel tempo del vostro deserto, nel tempo della vostra desolazione, solitudine e tormento, in modo che, come Amico fedele, le mie braccia siano lì a sostenervi, a darvi la carezza della mia consolazione, la manna di una grazia che vi fecondi e ravvivi l'anima, perché ne sentiate la compagnia di Chi non vi abbandona, e combatte con voi e per voi, che vi libera dal tormento del nemico.

Chiedete per i meriti del mio deserto, per le lacrime preziosissime versate in esso, che si sono fatte gocce di oro celestiale e gemme per arricchirvi, medicina e balsamo salutare per farne cura e salvezza ai vostri mali spirituali e fisici. Coraggio, Io ho combattuto per voi! Ti benedico".

 


28 febbraio 2015
"Signore, non ce la facciamo, è duro il tratto, e noi siamo deboli, provati, stanchi"

"Mia piccola Maria, ciò che ti ho promesso ti viene confermato: una rinascita di vita che comporterà sempre la sua croce, ma in un contesto di pace, e sostegno spirituale e guida spirituale. Oggi la mia Chiesa ricorda la mia Trasfigurazione. Salgo sulla montagna e mi rivelo per quel che sono: il Signore Iddio, rivestito di umanità per insegnare a voi che dovete salire la vostra montagna nell'esistenza che vivete per potervi incontrare e fondervi a Dio. É la montagna dello Spirito che, nella sua ascesi, si confronta e si attua nelle prove della vita. E ciò comporta fatica.

La salita incontra i suoi sentieri tortuosi e ne potreste smarrirne la via e perdervi, ferirvi alle aride a aguzze pietre, cadere alle sue impervie rocce, fare incontri con valanghe che possano farvi soccombere e retrocedere, e ancora più penoso sarebbe il ritorno al suo cammino. Tanto più si sale e tanto più maggiore è la fatica; ma giunti in vetta, quanto più leggero è l'ossigeno, più pure le acque delle sorgenti, più terso il cielo! E dinanzi si apre la contemplazione che si staglia con le sue bellezze in orizzonti sconfinati.

Abramo deve salire la montagna per sacrificare suo figlio Isacco, il suo unico e amato figlio, e Iddio ne accoglie l'offerta, anche se non permette che sia attuata, già bastante in quello stillicidio del cuore alla sua fedeltà provata. Il Padre Santissimo benedirà tale sacrificio con una figliolanza senza numero.

Gli Apostoli mi seguono nel percorso sulla montagna, fiduciosi, e potranno così godere della visione beatificante della beltà divina, che ritempra e sarà sostegno e fortezza alla loro fede nel tempo della Passione. La montagna, la sua ascesa, comporta il sacrificio della propria persona che si purifica dalla sua indole per assimilare e crescere nello Spirito e farsi celestiali.

Vi vengono offerti i mezzi per poter salire, 1) è la preghiera, che è la fune che vi tiene legati ad essa, ve ne offre la speranza e non vi fa smarrire il percorso. 2) i Sacramenti, che vi danno nutrimento, vi fortificano nella salita per far sì che non periate, e che ogni vostro passo ne venga santificato. Infine la Parola di Dio, che è Luce che vi guida, pur nelle tenebre della notte, è luce che rimane accesa ed illumina la strada fino alla meta.

Molti mi dicono: "Signore, non ce la facciamo, è duro il tratto, e noi siamo deboli, provati, stanchi!". Io vi rispondo: "Io misuro le forze, le capacità, dono il cammino, il sentiero da seguire. Se mi amate e mi cercate, Io stesso vi accompagno, mi pongo accanto al vostro passo per soccorrervi, per darvi il braccio, per spronarvi e riprendere la via. Vi ritempro quando state per soccombere, portandovi Io sulle spalle; vi aiuto sollevandovi, e insieme seguiremo il sentiero che conduce in alto sino al Cielo. Ti benedico".