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Questi insegnamenti spirituali li ho ricopiati,
letteralmente, così come sono stati scritti, nei quaderni di
una mamma di famiglia, che è una semplice casalinga; conosce
soltanto il catechismo che ha fatto, da bambina, per la sua
prima Comunione e per la Cresima. Ella vive in povertà, nel
totale nascondimento e vuol restare nell'assoluto anonimato.
Si tratta di locuzioni interiori, di cui ella viene
privilegiata, da anni, quasi esclusivamente durante il
ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica: Gesù, con
voce bellissima, le parla, chiamandola: "mia piccola Maria".
Le parole di Gesù le scendono nel cuore come gocce
risplendenti di luce e in una grande pace. Ella ascolta in
silenzio, adorando. E poi scriverà tutto sul suo quaderno e
in fretta, perché a casa deve preparare la cena per la sua
famiglia. Questo dono non è soltanto per suo beneficio
spirituale, ma è per la Chiesa, è per tutti e
specialmente per noi sacerdoti. Ed è per questo che mi
sono deciso, dopo tanto tempo di riflessione, di preghiera e
dopo essermi consigliato, a farlo conoscere. Quest'anima la
seguo spiritualmente dal 2000, e posso garantire, davanti a
Dio e alla mia coscienza, sulla sua sincerità e sulla sua
autentica e sofferta vita cristiana.
don Armando Maria
donarmando@silvestrini.org
Gocce di luce e don Armando Maria Loffredi su Facebook
http://www.facebook.com/don.maria.5
Ecco la lettera della piccola Maria che può essere anche
d'introduzione a tutta quest'Opera di Gesù, che è dono
assai prezioso per i sacerdoti e per la Chiesa Santa di
Dio:
"Ma perché a me, Signore?"
"Molte volte don Armando mi ha chiesto
di scrivere e spiegare come avviene questo fenomeno
spirituale nel mio cuore, e sono giunta al tempo per poterlo
descrivere. Come mi è possibile? E come è presente l'aiuto
di Dio? Così ebbe inizio:
-Già da molti anni prima, dopo diciamo aver riscoperto la
fede da una prima giovinezza di lontananza ed un incontro
più profondo con la Persona di Gesù, mi accadeva che nella
preghiera, dinanzi ad Immagini Sacre, nelle chiese accanto a
tombe di Santi, oppure quando il raccoglimento era stato
intenso, intimo, particolarmente nel meditare i Misteri
della Passione del Signore, nel mio cuore entrava il
discorso di un Altro che era la risposta anche alle mie
domande; e comprendevo che dovevano venire da qualcosa che
apparteneva allo Spirito. Io comunque ho cercato di non dar
peso a questo fenomeno, di tralasciare, e di non dargli
nessuna importanza; passato il momento, cercavo di
dimenticare, e pensavo che fosse una autosuggestione.
Ma in seguito, dato che persisteva, ho cominciato a darmene
pensiero, e così mi sono recata a chiedere a qualche
sacerdote; ma appena abbozzato il problema: chi mi ha dato
della malata per cui sarei dovuta recarmi da uno specialista
del settore, chi mi diceva che ero vessata dal demonio e che
perciò avrei dovuto prendere benedizioni ed esorcismi. Io ho
seguito i consigli dei vari sacerdoti, ma non è uscito
nessun male né psichico e né del maligno. E mi ripetevo:
"Signore, cosa vuoi da me? Se tutto ciò non ti appartiene
allontanamelo". Illuminata, credo, ho allora iniziato a
discorrere e a parlare con Gesù Eucaristia, e mi dicevo:
"Qui nell'Eucaristia c'è solo Dio, e perciò non c'è
inganno!", e Gli dicevo, ricevendolo: "Signore, io non sento
niente, fatti sentire, rispondimi, fammi capire!". E così,
quasi senza nemmeno rendermene conto, e in modo talmente
naturale, mi sono posta in ascolto, lasciando il mio cuore
in silenzio, perché fosse Lui ad avere tutto lo spazio e
l'attenzione. Ed ho iniziato ad ascoltare dei brevi
colloqui, simili a pensieri che sono parole suggerite nel
cuore: è un Pensiero che parla, parla, e comprendo se è voce
maschile o femminile, se Gesù o, qualche volta, la Madonna,
o un Santo. É un Pensiero che si esprime e ama. Comunione
dopo Comunione, i discorsi si sono fatti più lunghi ed io
più atta alla recezione; come ad un bimbo a cui prima si
insegna con delle brevi paroline e poi, quando cresce la sua
comprensione, si può passare a colloqui più estesi e
completi.
Durante la Santa Messa, mentre ascolto la Santa Parola, da
povera donna di poca fede, preoccupata mi dico: "Ma cosa si
potrà mai dire su questa Parola?". Ma alla fine della sua
lettura Gesù già inizia il suo Insegnamento, lasciandomi
però sempre libera se pormi in suo ascolto ed accoglierlo,
per i miei stati d'animo; se desidero ascoltare l'omelia del
sacerdote o se no, perché impossibilitata da eventi o da
persone. Questa Voce non ti estranea mai da ciò che vivi. Si
segue la Santa Messa: Egli parla ed io ascolto, ma
partecipo. Solo durante la Consacrazione c'è il silenzio
d'adorazione.
Mi capita anche che spesso, ma non sempre, secondo certi
periodi, mi divenga duro raggiungere l'altare per ricevere
Gesù e, mentre vedo gli altri fare la fila sereni, io a
volte vengo tormentata, faccio fatica, giungo prostrata da
una specie di combattimento, e cerco quasi di correre:
sembra così lontano quel traguardo per fare la Comunione,
cercando di nascondere il più possibile il mio disagio,
paonazza e sudata come chi ha fatto una grande conquista, e
ne offro l'umiliazione al Signore. Raggiuntolo, e ricevutolo
gioiosa Gli dico: "Ce l'abbiamo fatta anche stavolta!".
Oppure, poiché il tratto è così arduo da raggiungere, seppur
di pochi metri, Gli dico da lontano: "Aiutami, e fa che
nessuno se ne accorga!". Per questo amo molto più le Messe
feriali, più intime che le grandi Celebrazioni in mezzo a
tanta folla (è per questo che a volte ella preferisce
partecipare alla Santa Messa prefestiva n. d. r.). Quante
volte mi sono detta: "No, oggi no, resto seduta, così non
devo affrontare tanto disagio e lotta!", ma poi qualcosa di
forte mi spinge, mi sento vile verso il mio Amore, e vado.
Appena fatta la Comunione, Gli offro le mie intenzioni, ed
Egli le accoglie e le benedice, e poi inizia: "Mia piccola
Maria…". É come una pioggia, una valanga che mi si versa
addosso, che conferma ciò che già prima ne aveva avviato il
discorso, durante la Santa Messa, e lo approfondisce e lo
amplia: riversa in me un fiume che non riesco a contenere
tutto. Il contenuto che poi scrivo è fedele a sé, le parole
ascoltate sono quelle, ma non tutte: non riesco sempre bene
a specificare, nella sua completezza e senza errori, così
come mi sono state dette, e riuscire a mantenerle nel mio
cuore e nella mia memoria, se non ci fosse una grazia di Dio
a sostenermi e riportarle. Gesù Eucaristico si adegua alle
nostre possibilità e capacità di cognizione, e ai tempi
della Liturgia, anche se il suo discorso continua nel cuore
anche durante quello che dovrebbe essere il silenzio del
ringraziamento. Purtroppo esso è accompagnato da molta
dispersione: mormorio comune, tante parole umane, e ci sono
pure gli avvisi del sacerdote, che precocemente lo
interrompono. Per poter mantenere tanto tesoro e non
disperderlo lo devi rimeditare in te fino a casa per poterlo
più fedelmente trascrivere, e fuggire dalla chiesa poiché
dopo la Messa tutto porta alla sua dimenticanza, al
frastuono, ai saluti, mentre Gesù è ancora nel cuore.
Dio si rivela nel silenzio, e spesso è un tormento meditare
e rimanere chiusi alla sua intimità, mentre tutt'intorno è
distrazione e rumore, e bisogna lottare per stare in un
cantuccio, in disparte, quando invece spesso anime buone
vengono continuamente a disturbare per trattenersi con te.
Com'è buono il Signore, che in tutto questo dà aiuto e dà
grazia perché ne sia preservata la sua Opera, la quale viene
proprio ad insegnare che, ancor prima della preghiera
comunitaria e della comunione fraterna, Egli che è un Dio
innamorato: cerca l'intimità e la comunione con la sua
creatura, che siamo ognuno di noi.
Ho scritto ovunque in questi 20 anni, tornando a casa dopo
la Santa Messa: sugli autobus, seduta sugli scalini della
chiesa o sui marciapiedi, nascosta nei bagni, o di corsa per
giungere a casa e chiudermi in camera tra le richieste
impellenti di quelli di famiglia che ti cercano per i
servizi e per la cena.
Mi sono detta mille volte: "Ma perché a me, Signore?". Non
sono una santa. Quando leggo le storie di qualche Santo mi
sento rabbrividire e dico: "Che abisso tra me e loro!". Non
sono né meglio né peggio degli altri: sono una qualunque al
cui sguardo chi noterebbe qualcosa di diverso? Non sono
nemmeno adatta: non ho studiato niente di questi argomenti
se non quel poco di catechismo che ho fatto da bambina; non
ho mezzi: scrivo solo, non uso computer e non leggo niente
di ciò che viene pubblicato ma mi viene solo riferito da don
Armando su quello che ho scritto. Ci sono anime più belle,
più sacrificate e meritorie, anime sante: io ho tanti
difetti e ancora mi lamento quando le cose non vanno come
voglio io… Perché a me? Ho pensato: proprio perché non sono
nessuno, il mondo non mi vede e non ho niente, nemmeno virtù
e meriti da presentare, in modo che solo Iddio ne possa
spiccare e risaltarne. Chi potrebbe scrivere tali cose, e sì
tanta mole… Io sono solo una povera ignorante!
E penso che Iddio oggi voglia dire a me e a tutti: "Non
vengo per i Santi, che già lo sono, ma vengo per i poveri
peccatori, limitati, fragili, ma amati". Egli non viene a
me, e a voi, perché meritevoli, ma perché bisognosi. E a me,
fra tanti che ricevono altri carismi, ne dona uno in cui
viene a dire: "Questo dono lo faccio a lei per dirvi che: è
con ognuno di voi che vorrei farlo!".
Lo chiamo "Diario" quello dei primi anni di Gocce di luce
(inizia nel 1996) perché il Signore inizia con me un
discorso di unione e di amicizia, ma lo vuole offrire a
tutti: richiama all'incontro, a stabilire un rapporto,
conoscersi per comunicare, partecipare l'uno dell'altro, che
è entrare in fusione, in confidenza amorevole. I colloqui
sono ripetitivi come ripetitivo è l'amore che mai si stanca,
a chi si ama, di dirgli: "ti voglio bene!". É comprendere
come Egli, entrando in contatto a tu per tu, ci voglia
conquistare il cuore e, conquistato, sono nozze per sempre.
Se prima non si attua questo incontro, se non c'è l'ascolto,
non c'è adesione al suo Insegnamento.
Nel tempo che prosegue, dal tu si passa al voi, dato che da
un rapporto d'amore nascono i figli che partecipano e
debbono vivere la medesima familiarità. Ed Egli continua
insegnando, attestando il Vangelo ed arricchendolo perché,
come dice, la Sapienza divina è infinita, come anche la sua
Conoscenza. Quel che Gesù viene a dire a Me è per tutti: lo
dice anche a voi! Ed ognuno è una "piccola Maria", se
raccogliamo tali Gocce di luce e ne illuminiamo l'anima
nostra.
Colui che si presenta a me è sì un Dio che è Risorto e
Vittorioso, ma ancora qui Crocifisso, un Dio bistrattato e
non amato, e particolarmente, come vorrebbe, dalla sua
Chiesa; ed è per questo che si rivolge soprattutto ai
sacerdoti che, se acquisiscono questa intimità con il
Signore e riscoprono una maternità vissuta con la Madonna,
si faranno, non solo Santi, ma generatori di anime, Padri
veri di innumerevoli figli nello Spirito per far rinascere
una Chiesa conforme al Cuore divino di Gesù e al Cuore
Immacolato di Maria, come Loro desiderano.
Gocce di luce è un altro grande dono di Misericordia del
Cielo, di un Dio che non si stanca di parlare all'uomo: non
mandatelo sprecato! E non fate che sia solo un dire: "Oh,
quanto sono belle queste parole!", ma poi dimenticate e non
vissute. É un suo dono ma, perdonate la mia superbia: c'è
anche dentro, unito e fuso, non solo la gioia nel riceverle
per il bene che può portare, ma è anche scritto con il
sangue del sacrificio della mia vita. Spesso combatto perché
io per prima vado in crisi: vengo oscurata e oppressa dal
nemico, e a volte credo che sia un suo inganno e mi
tormento, chiedendo perdono al Signore perché io mi sia
permessa di scrivere tali cose. E, se non avessi sacerdoti a
darmene luce e conferma, non continuerei.
Ciò che mi conforta è questa obbedienza che mi libera. Lo
faccio come un servizio: se mi si chiede di continuare
ascolto e scrivo, se mi si chiedesse di smettere, mi
fermerei. Non ho altro motivo che non sia per la gloria di
Dio e il bene dei fratelli.
Questo dono costa incomprensioni e abbandoni da quelli da
cui attendevi affetto e sostegno proprio perché cari, sia
che non condividano o che condividano la stessa fede. Se
sapeste cosa si scatena in casa, e spesso in concomitanza
alla pubblicazione delle Gocce di luce, ogni mese! Si paga
con una solitudine amara e pur amata, se ho potuto, in
questo stato, stare accanto a Gesù, a raccogliere queste sue
Gocce di sudore di sangue nel Getsemani; ma do proprio poco,
e me ne rammarico. Aiutatemi voi a fargli compagnia!
Dico sempre che ognuno di noi ha il suo posto nel cammino
della Vita di Gesù: chi nella sua santa Infanzia, chi nel
lavoro della sua Giovinezza, chi nella sua Predicazione, chi
con Lui cura e sana i malati, ecc… Il mio è un posticino
piccolo nell'orto, accanto a Lui che sostiene me e, mentre
prima mi demoralizzavo quando soprattutto leggevo qualche
narrazione della Vita dei Santi, che mi lasciava
meravigliata, ma anche spaventata da tante grandezze e
perfezioni, ora io dico: non tutti siamo nati per essere dei
bastimenti o navi da crociere: ci sono anche le barchette.
Il Signore guarda anche esse: io sono una barchetta, e non
credo di poter essere altro. Ma pure le barchette navigano e
galleggiano nel mare di Dio, ed anch'esse debbono affrontare
il sereno o le onde impetuose, e fare la stessa traversata.
Ma tutte sono indirizzate al medesimo porto della santità,
piccole o grandi che siano.
Spero vi porti bene all'anima, e vi abbraccio con tanto
affetto in Gesù e Maria. Prego per voi, e voi pregate per
me!".
la piccola Maria, Roma 19 marzo 2016 |
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